La maggior parte dei medici che lavora per il nostro Servizio sanitario nazionale (Ssn) “andrà in pensione nei prossimi 10 anni (62% dei camici di medicina generale, 58% dei pediatri di libera scelta); per questo, nel prossimo futuro potremmo non averne abbastanza per sopperire alle necessità di salute della popolazione residente nel nostro Paese“. Così gli esperti dell’Istituto superiore di sanità (Issalute.it), che, in partnership con l’AdnKronos Salute, smontano le fake news che circolano sul numero dei camici bianchi in Italia.
“In molti ancora pensano che in Italia i medici siano troppi, a scapito di altre figure professionali sanitarie – proseguono gli esperti – Da molti anni lo Stato italiano, in considerazione dell’età media dei medici attualmente in servizio, si è dotato di un sistema di programmazione con il fine di garantire un numero appropriato di medici da formare per gli anni a venire. Dal 1999, in Italia, l’ammissione al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia è riservata ai vincitori di un apposito concorso pubblico“.
Il ministero della Salute e il Miur stabiliscono, congiuntamente, il numero di accessi alle Facoltà di Medicina e alle Scuole di specializzazione in base ai fabbisogni espressi da regioni e province autonome. “Questo sistema dovrebbe garantire che il numero dei medici formati nel nostro Paese sia quello necessario a sopperire alle richieste della popolazione – ricorda l’Iss – È evidente che una programmazione del genere non è semplice ed è in continua evoluzione; nonostante le difficoltà, però, le istituzioni stanno avviando anche un processo di riforma del percorso di formazione medica, proprio per rispondere meglio alle necessità di salute dei cittadini“.