La solitudine è scritta nei nostri geni e potrebbe essere ereditaria

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Secondo un nuovo studio condotto in Canada da Julie A. Schermer, ricercatrice presso la University of Western Ontario, il rapporto tra la solitudine e alcuni tratti della personalità potrebbe parzialmente essere dovuto a fattori genetici.

La ricerca, pubblicata sul Journal of Research in Personality, ha analizzato 764 coppie di gemelli, sia monozigoti che dizigoti, dello stesso sesso e di età compresa tra i 26 e i 43 anni, reclutate attraverso il National Health and Medical Research Council Australian Twin Registry.

I partecipanti hanno completato una misurazione dei “Big Five”, teoria sviluppata da R.R. McCrae e P. T. Costa, che postula la presenza di 5 grandi dimensioni di personalità in ciascun essere umano: estroversione-introversione, gradevolezza-sgradevolezza, coscienziosità-negligenza, stabilità-instabilità emotiva, apertura-chiusura mentale. Questi dati sono stati poi confrontati con una misurazione del livello di solitudine.
L’inclusione di coppie sia identiche, quindi con lo stesso corredo genetico, sia non identiche, ha consentito ai ricercatori di effettuare l’analisi stimando le influenze genetiche e ambientali.

Il principale dato emerso è che circa il 35% dell’incidenza della solitudine sembra essere ereditaria. Inoltre, le persone più nevrotiche e ansiose sono anche quelle in cui si registra un maggior livello di solitudine.

Una sorpresa per i ricercatori è stata la scoperta di una relazione positiva tra solitudine e apertura. Le persone gradevoli, coscienziose ed estroverse tendono a registrare un minor livello di solitudine. È interessante notare che questi schemi di correlazione sono risultati significativi anche a livello genetico, suggerendo come alcuni fattori genetici comuni siano coinvolti sia nell’espressione della personalità che della solitudine.

Come quasi tutte le ricerche, anche questa possiede dei limiti. I risultati, infatti, sono stati calibrati su un senso di solitudine generale, mentre questa può avere una natura molto specifica, come la sensazione di non avere amici o quella derivata dalla lontananza dei familiari.
Lo studio rappresenta un buon punto di partenza, ma saranno necessarie ulteriori ricerche per stabilire ulteriori correlazioni genetiche tra personalità e tipi di solitudine.

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