In uno dei luoghi più incontaminati sono stati trovati geni di batteri resistenti agli antibiotici: secondo una ricerca effettuata da un team internazionale delle università di Newcastle, York e Kansas e dall’Accademia cinese delle scienze, i geni blaNDM-1, osservati per la prima volta in India nel 2008, sono stati rilevati per la prima volta nell’Artico, dove sarebbero giunti perché trasportati nell’intestino di animali selvatici, uccelli e persone, ed espulsi con le feci.
Il DNA estratto da 40 campioni di batteri prelevati dal suolo in 8 punti nella regione del Kongsfjorden, nell’arcipelago norvegese delle Svalbard, ha consentito di individuare 131 geni resistenti agli antibiotici, associati a 9 principali classi di farmaci.
I batteri che presentano questi geni sono oggetto di monitoraggio da parte delle autorità sanitarie in tutto il mondo perché riescono a resistere ai più potenti antibiotici, rendendo più difficili da trattare molti tipi di infezione.
“L’invasione in aree come l’Artico mostra come sia diventata rapida e di vasta portata la diffusione della resistenza agli antibiotici e conferma che le soluzioni al problema devono essere considerate in termini globali,” ha spiegato David Graham dell’Università di Newcastle, primo autore della ricerca, pubblicata su Environmental International.