Numerosi “studi sono stati condotti negli ultimi vent’anni per capire se l’uso del telefonino rappresenta un rischio potenziale per la salute umana. Ma al momento non sono stati provati effetti avversi” provocati dall’impiego del cellulare. E’ quanto emerge dall’ultimo parere dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in materia di salute e telefonini – risalente a qualche anno fa – tema attualmente al centro dell’attenzione del Tar del Lazio, che ha da poco concesso ai ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione, sei mesi di tempo per provvedere ad adottare una campagna informativa sulle corrette modalità d’uso di telefoni cellulari e cordless e sui rischi per la salute e per l’Ambiente connessi ad un uso improprio.
Ecco, in sintesi, cosa è emerso dalle ultime ricerche. Il gruppo di esperti dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc) dell’Oms ha classificato nel 2011 i campi elettromagnetici a radiofrequenza quali “possibili cancerogeni” per l’uomo (gruppo 2B). Il gruppo di lavoro – 31 scienziati di 14 Paesi – aveva concluso che l’analisi dell’uso dei telefoni cellulari per oltre 10 anni non aveva dimostrato un aumento del rischio di glioma o meningioma, ma per gli esperti Oms c’erano “alcune indicazioni di un aumento del rischio di glioma” per chi sta ore e ore al giorno al telefonino. Le evidenze al momento disponibili, precisava la Iarc, erano limitate a queste due neoplasie. Ciò significa, spiegavano dall’Oms, che occorre continuare a monitorare con attenzione il legame fra telefonini e tumori.
Nell’attesa di ulteriori dati, la raccomandazione degli esperti Iarc era quella di ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, per esempio utilizzando gli auricolari o preferendo gli sms alle telefonate. Una raccomandazione ribadita successivamente dall’Oms, che sottolineava l’aumento in questi anni dell’uso del telefonino, anche da parte di gruppi vulnerabili come ad esempio i giovanissimi. “Al momento nessuno studio suggerisce una evidenza consistente di eventi avversi per la Salute dall’esposizione” alle onde dei telefonini, ricordava l’Oms, concludendo anche che gli studi sugli animali non hanno mostrato un “aumento di rischio di tumori dall’esposizione a lungo termine“.
La ricerca pubblicata nel 2011 sul British Medical Journal, dunque, ha concluso che non c’è alcun legame tra uso del telefonino e tumori. Altre ricerche ancora smentiscono invece queste conclusioni. Neanche lo studio Interphone, la colossale ricerca iniziata nel 2000, è riuscita ad arrivare a una conclusione certa. Dopo 10 anni di lavoro, con ben 13 paesi coinvolti, inclusa l’Italia, la conclusione è stata che “non c’è un legame conclusivo tra l’uso dei cellulari e i tumori al cervello“. Tuttavia, sarebbe stato evidenziato un’aumento del rischio di sviluppare il glioma, un grave tumore cerebrale, tra chi aveva passato al cellulare più di mezzora al giorno negli ultimi 10 anni. Nel dubbio, dunque, il Tar del Lazio ha deciso che nel nostro Paese debbano esserci delle linee guida per limitare al minimo eventuali danni.