Divisione del vortice polare: ecco gli effetti su Artico e USA e la relazione con i cambiamenti climatici [DATI]

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Nel gennaio 2019, il vortice polare si è indebolito, portando aria gelida sul Nord America e sull’Europa nella seconda metà del mese. L’estensione del ghiaccio dell’Artico è rimasta ben al di sotto della media, ma le temperature nell’estremo nord sono state più vicine alla media rispetto agli anni passati. Diamo uno sguardo più dettagliato alle condizioni che si sono venute a creare con la divisione del vortice polare.

Condizioni dell’Artico

A gennaio l’estensione del ghiaccio artico ha avuto una media di 13,56 milioni di km², ossia 860.000km² al di sotto della media a lungo termine del periodo 1981-2010 e 500.000km² al di sopra del record negativo del mese di gennaio stabilito nel 2018. Gennaio 2019 è stato il 6° gennaio con la minore estensione del ghiaccio nelle registrazioni satellitari dal 1979 al 2019. Il tasso medio di crescita giornaliera del ghiaccio di 51.200km² è stato più rapido della media a lungo termine. La crescita del ghiaccio si è verificata principalmente sul Mare di Bering, sul Mare di Okhotsk e sui Mari di Labrador e Kara.

Credit: National Snow and Ice Data Center

Le temperature artiche sono state solo leggermente al di sopra della media al contrario degli ultimi mesi di gennaio in cui hanno prevalso condizioni molte calde. Le temperature giornaliere dell’Artico misurate oltre gli 80° nord dall’Istituto Meteorologico Danese sono state di qualche grado sopra la media del 1958-2002, mentre nel 2018 le temperature sono state di 4-12°C sopra la media. Ma al livello di 925hPa (circa 760m dalla superficie), ci sono state temperature di 1-2,5°C superiori alla media 1981-2010 sul Mare di Beaufort, sul Mare di Bering e sull’Arcipelago artico canadese. Tuttavia, parte del lato atlantico dell’Artico ha avuto temperature vicine o leggermente inferiori alla media per il mese.

Il modello di circolazione atmosferica è stato insolito, con una pressione superiore alla media allivello del mare su un’ampia area, inclusi nord del Canada, Groenlandia e Nord Atlantico, e un’ampia area di pressione inferiore alla media lungo la costa russa e siberiana. La bassa pressione ha prevalso anche sul nord del Pacifico e sul Mare di Bering.

Aria fredda

Credit: earth.nullschool.net

Quando ben sviluppato, il vortice polare isola l’aria artica all’estremo nord, rafforza la corrente a getto delle medie latitudini e riduce la frequenza delle irruzioni di aria gelida alle latitudini minori. All’inizio di gennaio 2019, il vortice polare si è diviso in diverse correnti separate. C’è stata un’irruzione di aria fredda che ha attraversato il sud del Canada, il Midwest e l’East Coast degli Stati Uniti nel corso dell’ultima settimana del mese. Questo tipo di eventi è stato rinominato “invasione del vortice polare”.

Le condizioni sul Midwest degli USA sono state le più fredde rispetto a qualsiasi altro periodo invernale negli ultimi due decenni. Le minime nel nord del Minnesota e in tutto il Wisconsin il 30 e 31 gennaio sono state nell’intervallo di -27/-35°C. Ampie aree di Michigan, Ohio, Indiana, Iowa e delle Dakota hanno raggiunto temperature al di sotto dei -20°C. Dopo questa ondata di gelo sono seguite condizioni molto miti.

Cambiamenti artici: rapidi e urgenti

In un recente documento di revisione (Overland et al., 2019), gli esperti di una serie di discipline geofisiche polari hanno sintetizzato i molti aspetti della trasformazione in corso dell’Artico, notando che l’area richiede un veloce adeguamento al ritmo dei cambiamenti climatici. L’amplificazione dei cambiamenti climatici globali nell’Artico e l’emergente potenziale per i cambiamenti nella circolazione oceanica e atmosferica, del rilascio di gas serra e gli effetti dei cambiamenti della copertura nevosa e del tempo di scioglimento della neve a lungo termine indicano degli effetti seri ma difficili da prevedere sulla società e le infrastrutture globali entro la seconda metà di questo secolo.

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