La montagna più alta del mondo è anche la discarica più alta del mondo: la Cina chiude ai turisti il suo campo base sull’Everest a causa dei rifiuti [FOTO]

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Decenni di alpinismo commerciale hanno trasformato il Monte Everest nella discarica più alta del mondo. Tende fluorescenti, attrezzature da scalata e contenitori abbandonati e persino escrementi umani sporcano il frequentatissimo itinerario verso la vetta di 8.848 metri. Nel frattempo, lo scioglimento dei ghiacciai a causa del Global Warming sta facendo riemergere i rifiuti che si sono accumulati sulla montagna da quando Edmund Hillary e Tenzing Norgay hanno raggiunto per la prima volta la vetta quasi 66 anni fa.

Si stanno compiendo degli sforzi per affrontare il problema. Il Nepal ha introdotto da qualche anno una cauzione di 4.000 dollari a team, che saranno restituiti se ogni scalatore porterà giù con sé almeno 8kg di rifiuti. Ora la Cina ha chiuso ai turisti il suo campo base sull’Everest e l’area oltre il campo fino ad ulteriore comunicazione, con le autorità che segnalano un crescente problema rifiuti sulla montagna più alta del mondo.

I campi base dell’Everest, uno sul versante in Nepal e uno sul versante in Cina, sono popolari destinazioni turistiche. Nel dicembre 2018, il governo locale della contea di Tingri, in Tibet, ha iniziato a pubblicare gli avvisi secondo cui a causa di una nuova legge di protezione ambientale nazionale “a nessuno o a nessuna unità è concesso entrare nell’area centrale della Mount Qomolangma National Nature Reserve“, dove Qomolangma è il nome tibetano dell’Everest. Gesang Droma, vicedirettore della riserva ha dichiarato che le nuove restrizioni sono principalmente dirette ai turisti e ha confermato che alpinismo, ricerca scientifica e ricerca sui disastri geologici saranno ancora consentiti all’interno della riserva.

I turisti, invece, non avranno più accesso al campo base e potranno raggiungere al massimo il Rongbuk Monastery a quasi 5.000 metri di quota. Solo coloro che saranno dotati dei permessi adeguati potranno accedere al campo base e quindi proseguire anche oltre. Gesang ha spiegato che i turisti saranno ancora in grado di ammirare il versante nord dell’Everest dal monastero e che la riserva è “vulnerabile alla fragilità ecologica”.

Il Tibet Autonomous Region Sports Bureau ha dichiarato che durante la stagione alpinistica dello scorso anno sono state raccolte 8,4 tonnellate metriche di rifiuti oltre i 5.000 metri di quota, mentre al di sotto di questo livello sono state raccolte 370 tonnellate. Verrà formato un gruppo di lavoro di 200 persone per raccogliere i rifiuti rimanenti. Quest’anno le autorità stanno limitando i permessi solo a 300 scalatori e la montagna è aperta all’alpinismo solo in primavera. La Cina ora applicherà una tassa di 1.500 dollari per la raccolta dei rifiuti e ogni scalatore dovrà portare giù 8kg di rifiuti da consegnare alle autorità. Le autorità non hanno spiegato quando riapriranno la montagna al pubblico, ma hanno dichiarato che avverrà solo una volta che tutti i rifiuti saranno eliminati e una volta che avranno introdotto un sistema migliore per impedire l’accumulo di altri rifiuti.

In Cina, la chiusura a tempo indeterminato del campo base ai turisti ha acceso un forte dibattito in rete, nonostante molte persone sostengano la decisione. Secondo la Chinese Mountaineering Association, oltre 20.000 persone di oltre 40 Paesi hanno raggiunto la montagna dal versante tibetano negli ultimi 8 anni e il campo base ha ricevuto oltre 40.000 visitatori nel 2015 e 59.000 nel 2014 (non sono disponibili dati più recenti). Questi numeri hanno acceso le preoccupazioni di un sovraffollamento e le paure che un numero sempre più grande di scalatori con poca esperienza venga attirato da operatori low cost alla disperata ricerca di clienti. E l’inesperienza contribuisce ad esacerbare il problema dei rifiuti. Nonostante la notevole crescita del turismo abbia stimolato l’economia locale, ha anche portato un degrado sempre più grande della fragile ecologia dell’area e delle tradizioni culturali, secondo quanto riferito dall’Unesco.

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