Nelle scorse settimane abbiamo già parlato dell’idrogeno, delle sue caratteristiche e dei prossimi sviluppi in Italia. Potrebbe davvero essere la soluzione definitiva all’elettrificazione globale?Secondo una proposta di iniziativa popolare, sostenuta da alcuni parlamentari, la risposta è si.
Lo sviluppo delle auto a zero emissioni, negli ultimi tempi, ha subito una considerevole accelerazione che ha costretto i governi di tutto il mondo a correre ai ripari al fine di adeguare i propri programmi.
La proposta di legge popolare, promossa dalla Fondazione H2U, si basa su alcune considerazioni che Nicola Conenna, presidente della fondazione, illustra in questo modo: “Negli ultimi tre anni, grazie a un investimento di 10 miliardi di euro, le fuel cell hanno fatto uno straordinario salto tecnologico. Oggi sono grandi come un computer portatile e pesano poco più di 10 chili, invece dei 400 delle batterie. Anche il pieno di idrogeno che le alimenta, e che consente di percorrere da 600 a 800 chilometri, è molto più leggero di quello tradizionale, solo 5-8 chili, e si fa in soli 3 minuti. Inoltre se si mettono assieme due fuel cell si ottiene abbastanza energia per far viaggiare senza problemi un camion. Con queste prestazioni non c’è gara: il futuro è dell’idrogeno. Anche perché i prezzi crolleranno ed entro 5 anni queste macchine saranno competitive anche dal punto di vista del costo”
Le stime sono di oltre 10 milioni di auto a idrogeno entro il 2030, per cui è auspicabile un piano di incentivi che possa favorire la diffusione di questo genere di veicoli. Il testo della proposta, presentato in un convegno organizzato alla sala Isma del Senato e con il patrocinio dell’Anci, prevede un finanziamento di 100 milioni di euro per il Piano nazionale idrogeno che dovrebbe allineare l’Italia a quei paesi che hanno già scommesso su questa tecnologia propulsiva.
Sul piano costruttori, Toyota ad esempio ha investito 4 miliardi di dollari in questa tecnologia e si prepara ad ampliare il suo stabilimento da cui escono i modelli a idrogeno, in europea invece Bmw e Daimler puntano a piani di espansione della rete di distributori che al momento sono 150, la maggior parte dei quali in Germania, mentre nel nostro paese l’unico punto di rifornimento si trova Bolzano.