La Banca europea per gli investimenti (BEI), in collaborazione con YouGov – società internazionale di analisi dell’opinione pubblica – ha pubblicato oggi la quarta edizione dell’indagine della BEI sul clima, sondaggio che analizza come i cittadini percepiscono i cambiamenti climatici nell’Unione europea, negli Stati Uniti e in Cina. Il quarto pacchetto di risultati si concentra su come i cittadini dell’UE percepiscono gli investimenti internazionali come modo di risolvere incisivamente questo fenomeno.
I nuovi dati della BEI rivelano che per l’opinione pubblica italiana gli investimenti globali, piuttosto che gli interventi nazionali, possono giocare un ruolo più efficace nella lotta ai cambiamenti climatici. Il 38% degli italiani ritiene che l’Italia dovrebbe investire in tutti i paesi che ne hanno bisogno, a prescindere da qualsiasi altra considerazione – percentuale superiore dell’8% rispetto alla Francia e del 10% rispetto ai Paesi Bassi. Il 27% degli italiani ritiene che gli investimenti nella lotta ai cambiamenti climatici dovrebbero restare entro il perimetro nazionale, in quanto ciascun paese è responsabile di agire entro i propri confini.
Riferendosi alle problematiche legate ai cambiamenti climatici, gli italiani citano – tra gli effetti più probabili dei cambiamenti climatici a livello planetario – il numero crescente di fenomeni meteorologici estremi come uragani, alluvioni e siccità (76%), la desertificazione (58%) e l’innalzamento del livello del mare (58%).
L’Italia non è la sola ad avere questa ottica globale. In 12 paesi su 30 oggetto d’indagine, è risultato più elevato il numero di persone che si sono dette a favore di un approccio internazionale degli investimenti (Germania, la Spagna, la Svezia e l’Austria), rispetto a coloro che si sono espressi a favore di un mantenimento degli investimenti a livello nazionale.
A livello dell’UE, la divisione è analoga, anche se i risultati sembrano essere più a favore degli investimenti internazionali. Il 35% degli europei ritiene che i loro paesi debbano investire per aiutare i paesi in via di sviluppo a combattere i cambiamenti climatici, mentre il 33% considera che spetta a ciascun paese decidere come affrontare le proprie problematiche legate ai cambiamenti climatici, piuttosto che investire altrove.
Le cifre sono analoghe negli Stati Uniti: Il 35% degli americani è prioritario investire a favore del clima nei paesi in via di sviluppo, mentre il 27% si è detto a favore del mantenimento degli investimenti a livello nazionale. Per quanto riguarda i cinesi, invece, solo il 22% degli intervistati preferisce che gli investimenti correlati all’ambiente vadano ai paesi in via di sviluppo, mentre il 31% ritiene che ciascun paese è responsabile di come debbano essere finanziate le proprie iniziative a favore del clima.
Emma Navarro (Vicepresidente della BEI responsabile per i finanziamenti a favore del clima e dell’ambiente) ha così commentato i risultati dell’indagine della BEI sul clima: «I cambiamenti climatici sono una delle priorità più urgenti del nostro tempo. È una grandissima sfida che il mondo deve affrontare, e come tale occorre che la affrontiamo in modo globale. Qualsiasi nostro intervento può servire a far fronte a questa minaccia comune. Gli investimenti nelle misure di adattamento e di attenuazione dei cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo non solo aiuteranno i singoli paesi colpiti dalle gravi conseguenze del riscaldamento globale, ma saranno di aiuto a tutti noi.
Emma Navarro ha aggiunto che «per la BEI, principale finanziatore multilaterale al mondo di progetti a favore del clima, la lotta ai cambiamenti climatici è una priorità e un’ambizione assoluta. L’azione per il clima ha rappresentato più del 29% dei nostri investimenti complessivi nel 2018. Siamo anche a buon punto nel rispetto dell’impegno assunto di portare i nostri finanziamenti nell’azione per il clima al 35% di tutti gli investimenti diretti ai paesi in via di sviluppo entro il 2020».
Come gli italiani percepiscono le priorità di investimento (nazionali invece che internazionali) nella lotta ai cambiamenti climatici
Il mio paese dovrebbe investire in tutti i paesi che ne hanno bisogno, a prescindere da qualsiasi altra considerazione – 38%- Il mio paese non dovrebbe investire in altri paesi, ogni paese dovrebbe essere responsabile del proprio contributo – 27%
- Il mio paese dovrebbe prima di tutto investire nei paesi che ne hanno bisogno e che sono più vicini al mio – 23%
- Non so – 12%
- Non esiste alcun cambiamento climatico – 0%
Graduatoria delle conseguenze mondiali più probabili dei cambiamenti climatici per i cittadini italiani
Aumento del numero di eventi meteorologici estremi (ad esempio, uragani, inondazioni, siccità) – 76%- Desertificazione (processo di trasformazione della terra fertile in deserto) – 58%
- Diminuzione della biodiversità (ad esempio, estinzione di insetti, specie animali, piante) – 58%
- Innalzamento del livello del mare – 58%
- Aggravamento della carenza di cibo e acqua – 53%
- Minacce alla salute (ad esempio, aumento del numero di epidemie) – 52%
- Crescenti minacce di guerra dovute alla scarsità di risorse – 37%
- Alcune regioni/alcuni paesi diventerebbero disabitate/i, rispetto al passato – 34%
- Aumento del numero di migranti – 34%
- Incremento delle disuguaglianze tra i paesi – 29%