Sebastiano Quattrocchi è un adolescente di Catania, ma quella che sta affrontando è una sfida davvero grande per la sua piccola età: è affetto da un particolare tumore al cervello, che non è ancora riuscito a debellare nonostante i 4 interventi subiti.
L’incubo è iniziato prima di festeggiare il suo quindicesimo compleanno con un semplice mal di testa, è lo stesso Seby a raccontare la sua storia, nella pagina adibita alla sua raccolta fondi (https://www.gofundme.com/aiutiamo-sebastiano), “ho festeggiato il mio quindicesimo compleanno, il mal di testa che avevo avuto nelle due settimane precedenti sembrava miracolosamente attenuato. Stavo bene. – scrive Seby – Ma poi… il crollo. Forte mal di testa, mal di collo, nausea, non riuscivo a muovermi e a respirare bene. Ed è iniziata così la mia strada verso la salvezza.”
Il piccolo siciliano racconta l’iter che lo ha portato a subire ben 4 interventi: “Prima il pronto soccorso di Acireale, dove mi hanno trovato una massa tumorale nel cervello, poi di corsa a Messina, dove quella stessa notte, ormai il 10 di ottobre, mi hanno inserito uno shunt, per drenare il liquido cerebrale in eccesso. E poi il primo viaggio a Milano, verso l’ospedale Carlo Besta e l’istituto dei tumori, dove con un po’ di fatica e di pazienza, tanti esami e tanta paura siamo riusciti ad ottenere una diagnosi corretta: tumore del parenchima pineale, terzo stadio.“
L’intervento – racconta ancora – si è svolto il 5 dicembre 2018. Purtroppo anche questa volta non è stato possibile concludere questo calvario, ma abbiamo ridotto al minimo questo tumore. Il giorno 9 dicembre sempre a Sidney ho dovuto subire un altro intervento, questa volta per drenare il liquido in eccesso nello stomaco, in quanto l’idrocefalo, così mi hanno spiegato, è uno dei maggiori rischi connessi al “mio” tumore… Che tanto mio non sento ma ci devo fare i conti.”
Sebastiano ringrazia così tutti i suoi sostenitori, ai quali chiede ancora preghiere e, se è possibile, donazioni, per permettergli di effettuare il quinto intervento, che dovrebbe essere quello risolutivo.
Io vi prego con tutto il cuore di non abbandonarmi, di continuare a pregare per me e se potete a donare per me.”, conclude Seby che si firma “roccia“, proprio quello che ha dimostrato di essere in questa complessa vicenda.