Freddo senza precedenti in Canada e USA, FOCUS sul rapporto tra clima e vortice polare: ecco perché è l’ennesima conferma del Global Warming

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Un’ondata di freddo record ha fatto letteralmente rabbrividire la schiena di milioni di americani in questi ultimi giorni. Le temperature nel Midwest sono piombate ai valori incredibili di -49°C, infrangendo decine e decine di record tra le città della metà orientale degli Stati Uniti. E aggiungendo i venti gelidi che hanno soffiato incessantemente, le temperature percepite a Thief River Falls, in Minnesota, hanno raggiunto i -60,5°C! È ovvio che non siano condizioni da sottovalutare, come dimostrano le almeno 21 vittime provocate finora da questo freddo estremo. Con simili temperature si rischia il congelamento della pelle esposta nell’arco di pochi minuti, motivo per il quale si tratta di condizioni brutali e potenzialmente mortali.

Mentre parte di Stati Uniti e Canada lottano contro gelo, neve e ghiaccio, il Polo Nord si ritrova a fare i conti con un’ondata di caldo e temperature di circa 14°C sopra la media. Ma cosa sta provocando questo “ribaltamento” di condizioni? La risposta la si trova nell’ormai famoso vortice polare.

Credit: NASA

Negli ultimi anni, grazie alle precedenti ondate di caldo, il vortice polare si è ormai radicato nel nostro linguaggio quotidiano ed è anche diventato oggetto di scherzi e battute da parte di scettici e anche di politici ben noti, uno su tutti il Presidente statunitense Donald Trump. Ma quanto c’è di vero? Il vortice polare sta scappando più spesso dalla sua dimora artica? E il riscaldamento globale c’entra qualcosa con questa storia? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Innanzitutto, bisogna chiarire che un’ondata di freddo di alcuni giorni su una determinata area del pianeta è un fenomeno meteorologico. La meteorologia è una scienza che si occupa di spiegare quanto accade in un momento limitato nel tempo e nello spazio. Quando si parla di cambiamenti climatici globali, ci si riferisce ad una teoria scientifica che si occupa di spiegare cosa accadrà all’intero pianeta nell’arco di almeno 150 anni. Non è più meteorologia, ma climatologia.

Flussi di aria

vortice polare riscaldamento globale
Credit: L.S. Gardiner/UCAR, CC BY-ND

In realtà, ci sono due vortici polari nell’emisfero settentrionale, posti uno sull’altro. Quello più in basso è chiamato corrente a getto. È un flusso di forti venti occidentali che vaga intorno all’emisfero occidentale, a circa 11km dalla superficie terrestre. La corrente a getto è presente tutto l’anno ed è responsabile della creazione e della direzione dei sistemi di alta e bassa pressione che determinano il meteo di ogni giorno: tempeste, giornate serene, ondate di freddo o di caldo. Sopra la corrente a getto, a circa 48km dalla superficie terrestre, si trova il vortice polare stratosferico. Questo flusso di vento circonda il Polo Nord, ma si forma solo durante l’inverno ed è solitamente abbastanza circolare.

Entrambe queste caratteristiche esistono a causa della grande differenza di temperatura tra l’Artico e le aree più calde a sud, ossia le medie latitudini. Il riscaldamento irregolare crea delle differenze di pressione e l’aria fluisce dalle aree di alta pressione a quelle di bassa pressione, creando venti. La rotazione della Terra, poi, sposta i venti verso destra nell’emisfero occidentale, creando queste cinture di correnti occidentali.

Perché l’aria fredda si sposta verso sud?

previsioni meteo freddo canada usa 29 gennaio anomalia termicaLe emissioni di gas serra a causa delle attività umane hanno riscaldato il pianeta di circa 1°C negli ultimi 50 anni. Tuttavia, l’Artico si è riscaldato oltre il doppio. Il riscaldamento amplificato dell’Artico è dovuto principalmente al drammatico scioglimento del ghiaccio e della neve negli ultimi decenni, che lascia esposti l’oceano e le superfici terrestre più scure che a loro volta assorbono quantità molto più grandi di calore solare. A causa del rapido riscaldamento dell’Artico, la differenza di temperatura nord-sud è diminuita. Questo riduce le differenze di pressione tra l’Artico e le medie latitudini, indebolendo i venti della corrente a getto. E una corrente a getto più lenta tende a vagare.

Grandi ondulazioni nord-sud della corrente a getto generano energia delle onde nell’atmosfera. Se le ondulazioni sono profonde, ampie e persistenti, l’energia può viaggiare verso l’alto e alterare il vortice polare stratosferico. A volte quest’ultimo si distorce al punto da dividersi in due o più vortici separati. Questi vortici tendono a vagare verso sud, portandosi dietro la loro aria molto fredda e lasciando dietro un Artico più caldo della media. Uno di questi vortici si è fermato su Canada e Nord America nel corso di questa settimana, stabilendo le temperature shock di cui vi abbiamo parlato ed enormi disagi.

Freddo estremo in un mondo che si riscalda

Le divisioni del vortice polare stratosferico si verificano in maniera naturale, ma dovremmo aspettarci di osservarle più spesso a causa dei cambiamenti climatici e del rapido riscaldamento dell’Artico? È possibile che queste terribili irruzioni di aria fredda diventino una regolarità dell’inverno. Si tratta di un argomento di ricerca molto caldo e per nulla risolto, ma alcuni studi offrono le prove evidenti del cambiamento del vortice polare stratosferico e del fatto che questa tendenza possa spiegare questi periodi di condizioni estremamente fredde.

Senza alcun dubbio, quest’ultima ondata di gelo scatenerà le solite idee secondo cui il riscaldamento globale è una bufala. Ma questo ridicolo concetto può essere facilmente sfatato dando uno sguardo alle temperature di tutto il globo in questa settimana. Il lobo di aria fredda sul Nord America è completamente sovrastato da altre aree degli stessi Stati Uniti e del resto del mondo che sono più calde della media. La mappa in alto mostra benissimo le differenze delle temperature medie giornaliere vicino alla superficie del 28-30 gennaio del 2019 rispetto alla media del periodo 1979-2000.

cambiamenti climatici climate changeL’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) sottolinea che il mese di gennaio è stato caratterizzato da condizioni estreme, di grande impatto in molte parti del mondo, tra cui il freddo in Nord America, il caldo record e gli incendi in Australia, le alte temperature e le precipitazioni in alcune parti del Sud America e le abbondanti nevicate nelle Alpi e l’Himalaya. Evocando il freddo estremo degli Usa, Petteri Taalas, segretario generale dell’Omm, ha precisato che “in generale e a livello globale, c’è stato un calo dei nuovi record di temperatura fredda a causa del riscaldamento globale. Ma temperature gelide e neve continueranno a far parte dei nostri modelli climatici tipici nell’inverno nell’emisfero nord. Dobbiamo distinguere tra il tempo osservato su scala giornaliera a breve termine e il clima a lungo termine. Quello che succede ai poli non rimane ai poli ma influenza le condizioni del tempo e climatiche alle latitudini più basse dove vivono centinaia di milioni di persone“.

I sintomi dei cambiamenti climatici non sono sempre ovvi o facili da capire, ma le loro cause e i comportamenti futuri stanno acquisendo contorni sempre più netti. E risulta chiaro che a volte, avere a che fare con il riscaldamento globale significa armarsi di indumenti, sciarpe e guanti extra.

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