I timori per un imminente disastro naturale in Giappone stanno circolando online dopo gli avvistamenti di un pesce abissale, ritenuto il presagio di terremoti e tsunami. Ieri, 1 febbraio, due esemplari di regaleco sono stati catturati nelle reti da pesca al largo della prefettura di Toyama, portando il totale degli esemplari trovati in questa stagione a 7. All’inizio di questa settimana, invece, un regaleco di 3,2 metri è stato ritrovata sulla spiaggia della Toyama Bay, mentre uno di 4 metri è rimasto intrappolato in una rete da pesca al largo del porto di Imizu.
L’introvabile regaleco vive tra i 200 e i 1.000 metri di profondità ed è caratterizzato da una pelle argentea e da pinne rosse. Tradizionalmente conosciuto come “Ryugu no tsukai” in giapponese, ossia il “Messaggero del Palazzo del Dio del Mare”, la leggenda vuole che raggiunga le spiagge prima di un terremoto sottomarino.
Il mito del regaleco come presagio di distruzione ha iniziato a prendere sempre più piede dopo il terremoto di Fukushima del 2011 e il conseguente tsunami, che uccisero oltre 20.000 persone. Almeno una dozzina di questi pesci fu ritrovata sulle coste giapponesi nell’anno precedente al disastro. Nonostante abbia messo in dubbio la validità delle teoria, Saiba ha spiegato che una possibile spiegazione scientifica potrebbe stare nei leggeri cambiamenti nella crosta terrestre sul fondale marino che si verificano prima di un terremoto. Questi cambiamenti “potrebbero rimescolare le correnti e spingere le creature dal fondale alla superficie”.
Ma Osamu Inamura, direttore dell’Uozu Aquarium, ha una teoria più scientifica sull’avvistamento della Toyama Bay, ossia che il regaleco stesse seguendo il movimento della sua fonte di cibo, una specie di micro-gamberetto. “Quando i gamberetti risalgono verso il plankton durante il giorno, il regaleco a volte può seguirli e restare intrappolato nelle reti dei pescatori”, ha concluso.