Più malattie croniche in piccoli Comuni, più allergie nelle periferie delle città

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La geografia delle malattie croniche non è uniforme nel Belpaese. Spetta alla Calabria il primato dei malati cronici, mentre a Bolzano si registrano i numeri più bassi. E’ quanto emerge dal focus dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, che ha sede a Roma presso l’Università Cattolica, sulle malattie croniche. La prevalenza più elevata di almeno una malattia cronica si registra in Liguria con il 45,1% della popolazione.
In particolare, in Calabria si registra la quota più elevata di malati di diabete, ipertensione e disturbi nervosi, rispettivamente 8,2%, 20,9% e 7,0% della popolazione. Il Molise si caratterizza per la prevalenza maggiore di malati di cuore, il 5,6% della popolazione; la Liguria per quella più elevata di malati di artrosi/artriti, il 22,6%; la Sardegna per la quota maggiore di malati di osteoporosi, il 10,4%; infine la Basilicata spicca per la prevalenza più alta di malati di ulcera gastrica o duodenale e bronchite cronica, 4,5% e 7,7% rispettivamente. La Provincia autonoma di Bolzano presenta la prevalenza più bassa di cronicità per tutte le patologie considerate.
I Comuni sotto i 2.000 abitanti sono quelli con la quota più elevata di cronicità, quasi il 45%, mentre nelle periferie delle città metropolitane si riscontra la quota più elevata di persone che soffrono di malattie allergiche, il 12,2% della popolazione residente. Differenze di prevalenza si registrano anche rispetto alle professioni. Le categorie maggiormente colpite da patologie croniche sono i disoccupati (quelli alla ricerca di nuova occupazione) e gli autonomi; tra i primi la percentuale di coloro che soffrono di almeno una patologia cronica è del 36,3%, mentre tra i secondi si attesta al 34,6%. Rispetto alla condizione di multicronicità, i disoccupati presentano mediamente maggiori svantaggi rispetto ad artrosi/artrite e disturbi nervosi. Tra gli autonomi la patologia più a rischio è l’ipertensione.
Il quadro che si sta prospettando impone, oltre che un nuovo approccio sistemico per l’assistenza ai malati cronici, un cambio di passo delle politiche di prevenzione – afferma Walter Ricciardi, ordinario di Igiene all’Università Cattolica e direttore dell’Osservatorio – poiché la sostenibilità della salute dei prossimi anni si gioca sulla capacità di resilienza con azioni proattive delle Istituzioni e dei cittadini in termini di promozione di stili di vita salutari e di prevenzione di secondo livello“.

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