Possiamo prevenire il cancro mangiando meglio? Ecco i 10 comportamenti da adottare per ridurre il rischio di tumori

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Lunedì 4 febbraio AIRC partecipa al World Cancer Day, Giornata Mondiale contro il Cancro promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, lanciando anche in Italia ‘I Am and I Will’, campagna che invita tutti i cittadini a impegnarsi in prima persona nella battaglia contro il cancro.

L’emergenza cancro è una priorità a livello globale: solo nel nostro Paese nell’ultimo anno sono stati diagnosticati oltre 373.000 nuovi casi, più di 1000 al giorno. Le previsioni per il prossimo decennio indicano che nel 2030 il cancro sarà la principale causa di morte nel mondo con 21,6 milioni di nuovi casi all’anno (fonte: World Cancer Research Day).

I ricercatori stanno lavorando senza sosta per incidere su questi numeri, attraverso lo sviluppo di diagnosi sempre più precoci e di trattamenti sempre più efficaci e personalizzati. L’Italia è un’eccellenza nell’ambito della ricerca oncologica anche a livello internazionale: non è un caso che nel nostro Paese si guarisca di più, come testimoniano i dati che ci pongono al vertice in Europa per le guarigioni. La sopravvivenza a cinque anni è aumentata, sia per gli uomini (54% vs 51%) che per le donne (63% vs 60%), rispetto al quinquennio precedente. In Italia, attualmente, ci sono oltre 3,3 milioni di persone che hanno superato una diagnosi di cancro e in molti casi hanno un’aspettativa di vita paragonabile a quella di chi non si è mai ammalato (fonte: I numeri del cancro in Italia, 2018 a cura di AIRTUM, AIOM e Passi).

Un risultato che potrebbe migliorare ulteriormente se tutti adottassimo abitudini e comportamenti più salutari. A confermarlo è il World Cancer Research Fund – Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) che da anni si occupa di studiare come dieta, peso e attività fisica influiscano sul rischio di sviluppare un tumore. Dopo un lavoro di revisione di migliaia di studi con criteri standardizzati e un protocollo rigoroso, il WCRF ha pubblicato un vero e proprio decalogo di indicazioni che, se seguite, nell’insieme possono ridurre il rischio di sviluppare un cancro nel corso della vita: mantenere il giusto peso; fare attività fisica; seguire una dieta ricca di cereali integrali, verdura, frutta e legumi; limitare cibi confezionati, ricchi in grassi, amidi e zuccheri; limitare il consumo di carni rosse ed evitare quelle lavorate; limitare le bevande zuccherate; contenere il consumo di alcool; non utilizzare integratori per prevenire il rischio di cancro; allattare al seno.

L’invito a fare squadra contro il cancro non deve riguardare solamente i singoli individui ma è rivolto anche alle aziende. Ticketmaster, leader mondiale nella vendita di biglietti per l’entertainment – concerti, festival, sport, teatro e molto altro – ha raccolto questa sfida e, in occasione del World Cancer Day, ha scelto di lanciare in 19 diversi Paesi una campagna di raccolta fondi a sostegno della ricerca oncologica. In Italia, in particolare, ha siglato una partnership con AIRC sostenendo direttamente il lavoro dei ricercatori. Inoltre dal 4 al 10 febbraio sensibilizzerà i suoi clienti sull’importanza della ricerca.

Le raccomandazioni del WCRF

cibi omega 3 cancro al senoL’ipotesi che il cancro avesse una componente ambientale e che, in particolare, la dieta e lo stile di vita potessero essere tra le possibili cause prevenibili nell’insorgenza di tumori circolava già negli anni cinquanta.

L’attività pro o antitumorale di svariati componenti della dieta è stata testata e in alcuni casi dimostrata in studi sperimentali sugli animali o su linee cellulari. Tuttavia gli studi osservazionali, in particolare gli studi di coorte, spesso non sono riusciti a confermare nell’uomo il potere pro o anti cancro di queste componenti della dieta,” ricorda Sabina Sieri ricercatrice AIRC presso il Dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione della Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Per poter trarre conclusioni e raccomandazioni basate sull’evidenza dalle svariate migliaia di studi su dieta e cancro e per poter rispondere alle domande “Possiamo prevenire il cancro mangiando meglio? E se sì, come e che cosa?” è stato necessario condurre una revisione sistematica di tutta la letteratura scientifica con criteri standardizzati ed un protocollo rigoroso. Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF World Cancer Research Fund) nel 2007 ha condotto un’opera imponente di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione e tumori allo scopo di studiare in che misura dieta, attività fisica e composizione corporea possano modificare il rischio di tumore, con lo scopo di diffondere raccomandazioni basate su evidenze scientifiche per ridurre l’occorrenza del cancro.

Il rapporto pubblicato lo scorso maggio sottolinea fin da subito che sedentarietà e assunzione di cibi raffinati, a elevato contenuto calorico, rappresentano la benzina più importante per il sovrappeso e l’obesità che negli ultimi anni hanno condotto ad un aumento drammatico dell’incidenza delle patologie tumorali in tutto il mondo. Il rapporto chiude con 10 raccomandazioni che riguardano principalmente il movimento (camminare a passo svelto), la rinuncia alle bevande zuccherine, la limitazione del consumo di alcol e carne rossa (specie conservata), l’aumento del consumo di cereali, frutta, verdura e legumi e l’allattamento al seno, suggerito come strategia di prevenzione al cancro, specie mammella e utero per la mamma, ma probabilmente anche per la futura salute del neonato. Il rapporto introduce anche un concetto nuovo: chi ha già avuto una malattia tumorale deve fare enorme attenzione a restare in salute attraverso dieta e movimento.

Antonio Moschetta titolare di un progetto di ricerca AIRC su metabolismo dei tumori e regolazione genica presso l’Università di Bari sottolinea che “se ci soffermiamo sulle evidenze solide che scaturiscono dagli aggiornamenti del WCRF, il controllo del peso rimane quindi un importante obiettivo per la prevenzione dei tumori che può essere raggiunto sia attraverso l’aumento dell’attività fisica, sia attraverso la riduzione del consumo di alimenti ad alta densità energetica“.

Se invece ci soffermiamo sulle evidenze tra singoli alimenti e tumori, ci rendiamo conto che quelle solide sono ancora poche. Sieri chiarisce che “una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che i singoli alimenti, benché possano esercitare un documentato ruolo benefico, non vengono tuttavia mai consumati da soli ma sempre all’interno di un pasto e in generale insieme ad altri alimenti“. Ed è per questo motivo che negli ultimi anni ci si sta orientando verso un approccio scientifico più olistico, con lo studio dei pattern alimentari (ad esempio la dieta mediterranea, dieta Dash o Healthy Eating pattern) che consente di catturare informazioni complessive sul modo di mangiare, ma anche di indicatori globali (ad esempio Healthy Lifestyle pattern o aderenza alle raccomandazioni del WCRF) che prendono in considerazione oltre alla dieta, altri fattori legati allo stile di vita che possono agire sul rischio di tumore (es. abitudine al fumo, attività fisica, peso). Diversi studi hanno messo in evidenza come questi “pattern” siano associati ad un minor rischio di cancro e, seppur diversi tra loro, identifichino uno stile alimentare basato principalmente su alimenti di origine vegetale e ricco in fibre, che insieme ad un’adeguata attività fisica possono rappresentare il punto di partenza su cui ciascuno di noi può agire per prevenire non solo i tumori ma anche le malattie metaboliche e cardiovascolari.

Infine Moschetta conclude che “le modifiche apportate ogni anno alle raccomandazioni dal WCRF testimoniano l’attenzione della ricerca internazionale nei confronti di stili di vita e metabolismo alla base della aggressività della malattia tumorale e fanno ben sperare di poter trovare tra le raccomandazioni, nelle prossime occasioni, anche dei suggerimenti per l’utilizzo, per esempio, di olio extravergine di oliva crudo che rientra come la frutta, verdura e cereali tra i componenti principali della dieta mediterranea e studi di nutrigenomica stanno dimostrando che ha enorme potere antinfiammatorio ed antitumorale“.

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