I poteri medicinali dell’aspirina, della digitale e dell’artemisinina antimalarica provengono tutti dalle piante. Ora gli scienziati del Salk Institute hanno deciso di ‘tornare alla natura‘, dopo aver scoperto una potente sostanza chimica neuroprotettiva e antinfiammatoria in un arbusto nativo della California. Il loro studio potrebbe portare a un trattamento per la malattia di Alzheimer basato su un composto naturale, come si legge su ‘Redox Biology‘. Al centro dello studio una pianta medicinale che cresce in California, la Yerba santa (Eriodictyon californicum).
“La malattia di Alzheimer è una delle principali cause di morte negli Stati Uniti“, afferma Pamela Maher, del Salk’s Cellular Neurobiology Laboratory diretto da David Schubert. “Poiché l’età è un importante fattore di rischio, i ricercatori stanno studiando i modi per contrastare gli effetti dell’invecchiamento sul cervello. La nostra identificazione della sterubina come potente componente neuroprotettivo di una pianta nativa della California chiamata Yerba santa – spiega – è un passo promettente in quella direzione“.
Le tribù native della California hanno chiamato in spagnolo la pianta “erba sacra“, e per lungo tempo l’hanno usata per le sue proprietà medicinali. Le foglie vengono preparate per curare disturbi respiratori, febbre e mal di testa; e vengono schiacciate in impiastri da applicare sulle ferite, ma anche per contrastare dolori muscolari e reumatismi.
Per identificare i composti naturali potenzialmente utili contro la malattia neurologica, Maher e il suo team hanno applicato una tecnica di screening utilizzata nella scoperta dei farmaci a circa 400 estratti di piante con proprietà farmacologiche note. Il laboratorio aveva precedentemente utilizzato questo approccio per identificare altri prodotti chimici (flavonoidi) in piante che hanno proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive.
In questo modo gli studiosi hanno identificato la molecola chiamata sterubina come componente attivo della Yerba santa. I ricercatori hanno testato la sterubina e altri estratti di piante sui topi, scoprendo che questa sostanza ha un potente effetto antinfiammatorio sulle cellule cerebrali della microglia. E’ anche utile per la rimozione del ferro, che può contribuire al danno delle cellule nervose nelle malattie neurodegenerative. Complessivamente, il composto è efficace contro diversi induttori di morte cellulare nelle cellule nervose, secondo Maher.
“Si tratta di un composto conosciuto ma ignorato“, dice Maher. “Non solo si è rivelato molto più attivo degli altri flavonoidi della Yerba santa nei nostri dosaggi, ma appare anche utile, se non migliore, di altri flavonoidi che abbiamo studiato“. Ora il laboratorio progetta di testare la sterubina in un modello animale di Alzheimer, per determinarne effetti ed eventuale tossicità. Non solo, il team punta anche a realizzare una versione sintetica della sterubina. Con l’obiettivo di indagarne le potenzialità contro il ladro dei ricordi.