L’aereo sul quale viaggiavano il calciatore argentino di origini italiane, Emiliano Sala, e il pilota inglese David Ibbotson è stato ritrovato in fondo alla Manica. I due sono dispersi da quella tragica sera del 21 gennaio, quando il Piper Malibu su cui viaggiavano è improvvisamente sparito dai radar dopo la richiesta di scendere da 5.000 a 2.300 piedi, e sono considerati ormai morti. La Polizia di Guernsey aveva interrotto le ricerche 3 giorni dopo, sostenendo che le possibilità di trovare Sala, 28 anni, e Ibbotson, 59, ancora vivi erano estremamente remote.
Successivamente, dopo una raccolti fondi lanciata dalla famiglia, le ricerche sono riprese in forma privata. Il team ha ridotto l’area di ricerca a 10km² e l’aereo è stato finalmente ritrovato circa 38km a nord di Guernsey. David Mearns, manager della società Blue Water Recoveries che si occupava delle ricerche, ha dichiarato: “L’areo che trasportava Emiliano Sala pilotato da David Ibbotson, 59 ani, è stato localizzato dalla mia squadra. Le famiglie sono state informate. Il nostro lavoro è fatto. C’è un’indagine in corso ora nelle mani di AAIB (Air Accidents Investigation Branch) e come concordato, se ne occuperanno loro. Abbiamo avuto un lungo viaggio di ritorno e tutto quello a cui riuscivo a pensare erano le famiglie. Questo è quello che si aspettavano da noi, l’abbiamo fatto ed è il meglio che potevamo sperare, il miglior risultato. Un momento incredibilmente tragico, triste e devastante, ma almeno alcune delle loro domande riceveranno risposta”.
Mearns ha utilizzato la tecnologia sonar per setacciare il fondale al largo di Alderney, nelle Isole della Manica. Entro qualche ora, la nave FBV Morven ha rilevato un segnale e un sottomarino comandato a distanza ed equipaggiato di telecamera è stato inviato in profondità per identificare formalmente il relitto. Si ritiene che il Piper Malibu sia entrato in acqua ancora integro, il che potrebbe spiegare perché è stato trovato così velocemente alla ripresa delle ricerche private.
L’aereo stava sorvolando la Manica quel 21 gennaio, dopo che Sala aveva deciso di tornare a salutare gli ex compagni del Nantes dopo aver firmato per il Cardiff City. Le autorità sostengono che la causa dell’incidente potrebbe essere stata la formazione di ghiaccio sulle ali, che avrebbe portato il velivolo a schiantarsi nella Manica. L’ultimo messaggio audio inviato da Sala quando era già a bordo è a dir poco agghiacciante: “Salve ragazzi come state? Sono sfinito. Ero a Nantes, ho dovuto fare talmente tante cose, e poi ancora, ancora… non finiva più. Adesso sono in aereo. Sembra che stia per cadere a pezzi. Me ne vado a Cardiff, speriamo possa cominciare domani pomeriggio ad allenarmi con la mia nuova squadra. Voi come state? Se fra un’ora e mezzo non ci saranno mie notizie, non so neppure se manderanno qualcuno a cercarmi, perché non mi ritroveranno, ma voi lo saprete. Papà, ho una paura…“. Qualche giorno fa erano stati ritrovati i primi resti dell’aereo monomotore, i cuscini di due sedili, sulle coste francesi.
È stata lanciata un’inchiesta anche per accertare se il pilota avesse le giuste qualifiche per trasportare passeggeri. Ibbotson, padre di 3 figli, aveva raccontato agli amici di sentirsi “un po’ arrugginito” pochi giorni prima che l’aereo sparisse dai radar. L’agente sportivo Willie McKay ha dichiarato che l’incidente “è stato un incubo assoluto per noi”, sostenendo che se non avesse permesso a Sala di tornare al suo vecchio club per salutare i compagni, “sarebbe ancora con noi”.
Qualche giorno fa, la squadra del Nantes ha interrotto la partita contro il Saint Etienne al 9° minuto (9 come il numero di maglia di Sala) per rendere omaggio al giovane. Tutti gli ex compagni hanno indossato la maglia numero 9 e un enorme striscione con il viso dell’argentino è stato portato al centro del campo. Giocatori, staff e tutto il pubblico sugli spalti sono poi scoppiati in un lungo applauso.