Chi studia di più è meno a rischio di cronicità. Nel nostro Paese il livello culturale ha, infatti, un effetto significativo sul rischio di cronicità. A ricordarlo è il focus dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, che ha sede a Roma presso l’Università Cattolica, sulle malattie croniche. “I dati dell’Istat evidenziano che le persone con livello di istruzione più basso soffrono molto più frequentemente di patologie croniche rispetto al resto della popolazione, con un divario crescente all’aumentare del titolo di studio conseguito“, spiegano dall’Osservasalute.
Nel 2017, nella classe di età 45-64 anni, quella in cui insorge la maggior parte della cronicità, la percentuale di persone con la licenza elementare o nessun titolo di studio che è affetta da almeno una patologia cronica è pari al 56,0%, scende al 46,1% tra coloro che hanno un diploma e al 41,3% tra quelli che possiedono almeno una laurea. L’artrosi/artrite, l’ipertensione e il diabete sono le patologie per le quali si riscontrano i divari sociali maggiori, con riferimento ai titolo di studi estremi, le differenze ammontano, rispettivamente, a 13,1, 12,5 e 7,4 punti percentuali a svantaggio dei meno istruiti.
Salute: meno rischi di malattie croniche per chi studia di più
MeteoWeb