Nel successo del decollo della Bereshit (parola ebraica che sta a significare Genesi) c’è molto di più di una sonda per l’acquisizione di foto e video e di uno studio sperimentale sul magnetismo. Difatti questa missione decollata da Cape Canaveral frutto della collaborazione tra SpaceX e dell’israeliana SpaceIL segna l’inizio di una nuova fase dell’esplorazione spaziale quella privata.
Il velivolo spaziale senza equipaggio da 95 milioni di dollari ha un’altezza di 1,5 m ed un diametro di 2 m e quando completamente alimentato, il propellente costituisce il 75 percento del suo peso. Invece di essere inserito nell’orbita translunare da un razzo di livello superiore, il lander si è separato dal secondo stadio di Falcon 9 ad un’altitudine di 37.282 mi (60.000 km) ed eseguirà una serie di manovre orbitali per spingerlo in traiettorie sempre più eccentriche sul corso di due mesi. Quindi azionerà autonomamente i suoi motori per un soft touchdown sulla Luna.
“Congratulazioni a SpaceIL e all’Agenzia spaziale israeliana. Questo è un passo storico per tutte le nazioni e per le attività commerciali nello spazio”: parole che si commentano da sole quelle dell’amministratore della NASA Jim Bridenstine
Volontà e orgoglio Israeliano a bordo del lander, oltre all’attrezzatura tecnica, infatti la Bereshit contiene una capsula del tempo digitale con oltre 50 milioni di pagine di dati, tra cui l’intera Wikipedia, la Bibbia, disegni dei bambini, un memoriale dei sopravvissuti all’Olocausto, l’inno nazionale israeliano, la bandiera israeliana e la Dichiarazione d’indipendenza israeliana.
L’atterraggio nell’area lunare denominata “mare della tranquillità” è previsto per il prossimo 11 aprile, data che sarà sicuramente ricordata negli annali Israeliani, e probabilmente l’inizio di un nuovo cammino nello spazio, un altro tassello nel passaggio da esploratori a viaggiatori che oltre a intrigare la nostra curiosità, ci da un’altra conferma su un futuro sempre più spaziale e sempre più alla nostra portata.