Sono 12 gli esperimenti selezionati dalla NASA con un’unica destinazione: la Luna.
Secondo i piani dell’agenzia statunitense – spiega Global Science – i payload scientifici potrebbero partire già dalla fine di quest’anno, in base alla disponibilità dei lander commerciali.
“La Luna ha un valore scientifico e un potenziale per produrre risorse, come acqua e ossigeno”, commenta l’amministratore delegato Nasa Jim Bridenstine. “La sua vicinanza alla Terra la rende una preziosa base di partenza per l’esplorazione umana”.
La NASA infatti intende costruire nei prossimi anni una stazione orbitale attorno alla Luna, il Lunar Gateway, dalla quale lander riutilizzabili porteranno astronauti sulla superficie lunare. Un avamposto la cui realizzazione è propedeutica anche alle future missioni di esplorazione umana verso Marte.
I dodici payload – uno dei tasselli del progetto lunare americano – includono vari strumenti scientifici, tra i quali diversi spettrometri che si occuperanno di rilevare le radiazioni sulla superficie lunare, la composizione del suolo, la quantità di idrogeno e il campo magnetico. Tre strumenti invece si occuperanno di acquisire informazioni durante l’entrata in atmosfera, la discesa e l’atterraggio.
Nove società statunitensi, selezionate tramite il Commercial Lunar Payload Service della NASA a novembre dello scorso anno, stanno sviluppando i lander per trasportare i carichi utili sulla Luna. Nel mentre, l’agenzia statunitense sta selezionando nuovi esperimenti della call lanciata ad ottobre 2018 per il Lunar Surface Instrument and Technology Payload, che affiancheranno i dodici stabiliti attualmente.