Quest’anno gli appassionati di astronomia avranno la possibilità di ammirare 3 Superlune di fila. Dopo l’eclissi della Superluna di sangue del 21 gennaio, la luna piena di stanotte sarà accolta come una “Superluna di Neve” e sicuramente attrarrà moltissimi appassionati sotto il cielo notturno perché sarà la più grande e più luminosa del 2019.
Lo spettacolo celeste, l’evento più grande dall’eclissi della Superluna di sangue di gennaio, mostrerà una Superluna, termine non scientifico coniato dall’astrologo Richard Nolle nel 1979 che ha acquisito più notorietà negli ultimi anni, che indica che la luna è sia piena e sia al perigeo, ossia il punto della sua orbita più vicino alla Terra. Le lune piene all’apogeo (il punto dell’orbita più distante dalla Terra) vengono chiamate, invece, “micro Lune”. L’evento si verificherà ufficialmente di mattina, ma quando la luna attraverserà il cielo notturno, sarà più luminosa che in qualsiasi altro punto dell’anno. La fase di plenilunio verrà raggiunta alle 16:53 ora italiana, mentre il perigeo alle 10:07 ora italiana.
Le Superlune non si verificano ogni mese perché l’orbita della luna cambia orientamento mentre la Terra ruota intorno al sole. Quindi, l’asse lungo del percorso ellittico della luna intorno alla Terra punta in diverse direzioni, il che significa che una luna piena o nuova non si verificherà sempre all’apogeo o al perigeo.
La luna si troverà a 356.846km dalla Terra, circa 27.358km più vicina della media e sarà la luna piena più vicina dell’anno. E poiché l’intera superficie della luna sarà illuminata dal sole, apparirà il 30% più luminosa e il 14% più grande di quando si trova all’apogeo. La luna apparirà ancora più grande all’orizzonte, ma non fatevi ingannare dell’illusione ottica. “In realtà la luna non è più grande, sembra che lo sia. Questo aumento percepito delle dimensioni avviene ogni volta che si guarda la luna, indipendentemente dalla sua fase, vicino all’orizzonte”, spiega Dean Regas, astronomo del Cincinnati Observatory.
La definizione di “Luna di Neve” è stata storicamente conferita alla seconda luna piena dell’inverno, quando avvengono le maggiori nevicate, dalle tribù degli indigeni americani. Gli indigeni utilizzavano il ciclo lunare come modo per tenere conto delle stagioni, dando ad ogni luna piena del mese un nome particolare. Poiché questo periodo dell’anno solitamente è freddo, nevoso e pericoloso, la caccia è complicata dalle condizioni meteo ed è anche un periodo segnato dalla scarsità delle provviste, la luna piena di febbraio è nota anche come Luna della Fame. Nel febbraio 2018, non c’è stata nessuna luna piena, evento che si verifica ogni 19 anni. Febbraio è difatti l’unico mese dell’anno in cui può non esserci una luna piena.
La Superluna di Neve segue la Superluna di sangue dello scorso gennaio, il che la rende la 2ª Superluna del 2019. Per coloro che non potranno godersi lo spettacolo stasera, una terza Superluna, rinominata la Luna del Verme, splenderà nel cielo il 21 marzo. La Luna del Verme si verificherà a ridosso dell’equinozio di primavera, che segna il primo giorno di primavera. Sarà la terza e ultima Superluna del 2019.
Le Superlune ci sono sempre state, ma è solo negli ultimi 10 anni che hanno acquisito più notorietà. Brad Tucker, astrofisico e ricercatore dell’Australian National University, ha spiegato: “Penso che 15-20 anni fa nessuno ci avrebbe fatto caso ma credo che una volta sia emersa la storia e che alle persone sia piaciuta e che piace andare a vederla. Credo che ci sia sempre una competizione per aggiungere un altro nome e renderla speciale o creativa”.
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