Il giorno 16 Agosto 2018, alle ore 20:19 italiane, la Rete Sismica Nazionale ha localizzato un terremoto di magnitudo momento Mw 5.1 (ML 5.2) nei pressi di Montecilfone in provincia di Campobasso. Ha avuto così inizio una sequenza che dal 25 aprile al 4 settembre 2018 ha prodotto circa 840 eventi sismici, contando anche quelli di magnitudo molto bassa (M<2.0). Quest’area epicentrale è situata a circa 10 km a NW rispetto a quella in cui si sono verificati gli eventi sismici di ottobre-novembre 2002 (San Giuliano di Puglia, CB) che causarono circa una trentina di vittime.
La zona di Montecilfone, in realtà, era già stata colpita da un evento di magnitudo Mw 4.3 il 25 Aprile 2018. In seguito a questa scossa ci sono state 34 repliche di magnitudo Richter ML compresa tra 0.9 e 2.7 fino al giorno 9 Maggio. È seguita una fase caratterizzata da sismicità estremamente ridotta fino al giorno 11 Agosto. Successivamente, infatti, c’è stata una ripresa della sismicità con quattro piccoli eventi di magnitudo ML compresa tra 1.5 e 1.9 tra l’11 e il 14 Agosto, fino ad arrivare alla scossa di magnitudo Mw 4.6 del 14 Agosto alle ore 23:48. Questo è stato l’evento più forte che ha preceduto il terremoto di magnitudo Mw 5.1. Nell’intervallo temporale tra il terremoto di magnitudo Mw 4.6 e quello di magnitudo Mw 5.1 si sono verificate 14 scosse con magnitudo ML compresa tra 1.1 e 2.3. Nelle ore successive alla scossa più forte e fino al 25 Agosto sono stati localizzati 10 terremoti con magnitudo ML superiore a 3.0 di cui una, di magnitudo Mw 4.4, il giorno stesso dell’evento principale.
A seguito dell’evento di magnitudo Mw 5.1 e della sequenza ad esso associata, come in ogni emergenza di questo tipo, è stato attivato il Gruppo Operativo SISMIKO per l’installazione di alcune stazioni sismiche temporanee ad integrazione di quelle permanenti della Rete Sismica Nazionale (RSN) presenti nella regione. La zona era già ben monitorata, ma aumentare le stazioni della rete è molto importante per migliorare le localizzazioni ottenute nella Sala di Sorveglianza Sismica e caratterizzare così le faglie attive. Il giorno successivo all’evento principale sono state, pertanto, installate 3 stazioni temporanee tra le località di Larino, Guardialfiera e Guglionesi (CB). Le stazioni temporanee hanno subito cominciato a trasmettere i segnali sismici alla Sala di Sorveglianza Sismica dell’INGV consentendo ai sismologi di turno in Sala di migliorare notevolmente le localizzazioni degli eventi nell’area. Ai primi di settembre sono state installate altre due stazioni temporanee. Nel corso del mese di settembre la sequenza ha iniziato a manifestare una tendenza al decadimento sia nel numero di eventi che in magnitudo.
Ri-analizzando tutti i segnali sismici e utilizzando un modello di velocità regionale specifico per quest’area sono state ricalcolate le localizzazioni degli eventi sismici ottenendo, in particolare, valori di profondità differenti da quelli calcolati dalla Sala di Sorveglianza Sismica:
il terremoto di magnitudo Mw 5.1 (ML 5.2) nei pressi di Montecilfone in provincia di Campobasso, ha avuto una profondità ipocentrale pari a 15.2 km, quello di magnitudo Mw 4.3 del 25 Aprile 2018 un ipocentro a 17.1 km di profondità, l’evento di magnitudo Mw 4.6 del 14 Agosto alle ore 23:48 un ipocentro a 14.6 km di profondità.
Analizzando, poi, l’evoluzione spazio-temporale di questa piccola sequenza sismica si può osservare una tendenza iniziale della sismicità a rimanere contenuta tra di 10 e 20 km di profondità in un settore più settentrionale nei pressi delle località di Montecilfone e Palata (CB). Solo nei giorni successivi al terremoto più forte del 16 agosto, in particolare tra il 18 ed il 19 Agosto, si osserva un’attivazione della sismicità nell’area più a sud e con profondità ipocentrali più piccole, comprese tra 6 e 12 km. Osservando una sezione Nord-Sud dei giorni 18-19 Agosto si nota la presenza di due piccole strutture sismiche subverticali a differente profondità ed affiancate l’una all’altra. La mappa mette in risalto una distribuzione della sismicità in direzione Est-Ovest, come è stato già osservato in occasione della sequenza sismica del 2002 a San Giuliano di Puglia. Dai meccanismi focalicalcolati con i primi arrivi dei segnali alle stazioni sismiche, si evidenzia la presenza in questa zona, come per i terremoti del 2002, di strutture sismogenetiche che presentano un movimento di tipo trascorrente destro, in accordo con la cinematica degli eventi più importanti dell’area.
Complessivamente, dal 25 aprile al 4 settembre 2018, la sequenza è stata caratterizzata da un solo evento che ha superato magnitudo 5, tre hanno avuto magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0, nove terremoti tra 3.0 e 4.0, 61 tra 2.0 e 3.0 e il resto di magnitudo molto bassa (M<2.0).
Infine, è importante ricordare che secondo il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15, Rovida et al., 2016) la zona interessata da questa sismicità si trova nel settore immediatamente ad ovest di quello garganico caratterizzato da 4 eventi di magnitudo pari o maggiore di 6.0. I più importanti sono gli eventi del ‘600, in particolare i due del 1627, nella parte più a ovest del promontorio con magnitudo Mw stimata pari a 6.7 e 6.0 (rispettivamente il 30 luglio e il 7 agosto), quello del 1646 con magnitudo Mw stimata pari a 6.7 localizzato nel centro del promontorio e l’evento del 1657 (magnitudo stimata Mw 6.0) localizzato in prossimità dell’evento del 1627.
analisi a cura di Alberto Frepoli (INGV-ONT), Brando Trionfera (Università degli Studi di Roma, La Sapienza) e Gaetano De Luca (INGV-ONT).