Notizie positive dalla ricerca: il casco refrigerante che evita la caduta dei capelli durante la chemioterapia sta ottenendo risultati positivi. Lo rivelano i riscontri scientifici ottenuti all’Ospedale Umberto I di Lugo di Romagna (Ravenna), dove stanno testando il Paxman Scalp Cooling system.
L’innovazione è giunta nello scorso mese di Gennaio grazie a una donazione di 35mila Euro dell’Istituto Oncologico Romagnolo – IOR.
Il 56% delle pazienti in cura per un tumore al seno ha potuto così testarla, preservando i proprio capelli e evitando la parrucca. Le donne trattate sono state 62 e ben 35 di loro sono giunte al termine della chemioterapia senza necessitare di una parrucca, come ha spiegato il Professor Claudio Dazzi, responsabile del Day Hospital Oncologico. Soltanto in 5 hanno dovuto rinunciare al trattamento per alcuni effetti collaterali del casco in silicone, come il mal di testa e la sensazione di freddo. Si tratta di risultati in linea con le previsioni e le aspettative.
Qual è la tecnologia alla base del Paxman Scalp Cooling system? Il casco raffredda il cuoio capelluto a una temperatura di 4°C: in tal modo si restringono i vasi impedendo ai farmaci chemioterapici di raggiungere le cellule dei bulbi piliferi, causando poi la caduta dei capelli.
“Il Paxman Scalp Cooler è arrivato presso il nostro presidio verso gli inizi di gennaio – spiega il dott. Claudio Dazzi, nella pagina web dedicata al progetto – abbiamo già trattato diverse donne che non hanno manifestato particolari effetti collaterali. Speriamo col tempo di poter verificare quali siano i risultati e il grado di soddisfazione delle nostre pazienti, anche se siamo assolutamente sicuri della sua efficacia: sono diversi gli studi, sia nazionali che internazionali, che attestano come il dispositivo sia in grado di scongiurare l’alopecia in circa il 60% dei soggetti trattati. Ci teniamo a ringraziare l’Istituto Oncologico Romagnolo per aver permesso l’acquisizione di questo apparecchio”.
“Si tratta di un dispositivo sicuro – aggiunge – che può presentare come unico effetto collaterale una sensazione di freddo, che possiamo comunque combattere fornendo alla paziente coperte e bevande calde. Durante il trattamento la donna può leggere, rilassarsi, persino dormire o mangiare. Non è ingombrante, e nel caso in cui la paziente avesse bisogno di recarsi in bagno può farlo tranquillamente: il casco ha un’autonomia tale che gli permette di mantenere la temperatura per dieci minuti anche al di fuori della carica”.
La perdita dei capelli durante la cura dei tumori è uno degli effetti indesiderati più comuni e più invalidanti, sopratutto a livello psicologico: rappresenta, molte volte, un vero e proprio trauma, che accentua la percezione e la gravità della malattia. Riuscire a poter effettuare la chemio evitando la caduta dei capelli, è un’innovazione rivoluzionaria, che può giovare anche al trattamento della patologia stessa, influenzando in maniera positiva la psiche del malato.