Ci sono buone probabilità che ci sia qualcos’altro in più di semplice latte nella confezione che aprite ogni mattina per colazione. Guardando la lista degli “ingredienti” sulla confezione, potreste trovarci anche la vitamina D, anche se la sua presenza potrebbe non essere pubblicizzata sulla confezione in questione. Al giorno d’oggi, il latte è quasi sempre fortificato con la vitamina D e i motivi di tutto questo risalgono al 1900.
All’inizio del secolo, il rachitismo, ossia un disturbo delle ossa di età pediatrica che può portare ad avere ossa deboli e sottili, disturbi della crescita e a volte deformità scheletriche, era dilagante. La causa del rachitismo è una carenza di vitamina D o calcio. La vitamina D è sintetizzata nei nostri corpi quando la pelle è esposta al sole. Il nostro corpo ha bisogno della vitamina D per riuscire ad assorbire il calcio.
“Il rachitismo era diventato un’epidemia con la Rivoluzione Industriale e con essa, con il lavoro infantile”, ha dichiarato Patsy M. Brannon, del dipartimento di scienze nutrizionali della Cornell University. Ha spiegato che i bambini semplicemente non erano esposti sufficientemente al sole. Poiché la vitamina D non è naturalmente presente in molti alimenti, le carenze sono diventate diffuse.
Secondo il National Institute of Health Office of Dietary Supplements (NIH), il consumo giornaliero consigliato di vitamina D è 600 Unità Internazionali (IU) per le persone tra 1 e 79 anni. Mentre un pezzo di salmone di 85g contiene 447IU, generalmente non mangiamo salmone ogni giorno, per non parlare dei bambini. Una tazza di latte contiene 100IU. Non corrisponde alla quantità di vitamina D contenuta in una porzione di pesce, ma è certamente più facile averlo a disposizione. Oltretutto, la fortificazione del latte con la vitamina D si è rivelata un successo nel combattere il rachitismo all’inizio del 1900. Sembra quindi che il latte faccia davvero bene al corpo, soprattutto se fortificato con la vitamina D.
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