Tutto inizia dalla sua nascita, ad Oxford “benché i miei genitori abitassero a Londra, perché Oxford era un posto più favorevole in cui nascere durante la seconda guerra mondiale: c’era infatti un accordo per cui i tedeschi non avrebbero bombardato Oxford e Cambridge e gli inglesi avrebbero analogamente risparmiato dalle bombe Heidelberg e Göttingen. È un peccato che un accordo così civile non sia stato esteso anche ad altre città“, raccontava sempre Hawking. Ebbene, il piccolo Stephen venne al mondo l’8 gennaio 1942, esattamente 300 anni dopo la morte di Galileo . “Stimo però che quello stesso giorno devono essere nati circa duecentomila altri bambini. Non so se qualcuno di loro abbia in seguito manifestato un qualche interesse per l’astronomia” commentava Hawking quando veniva interpellato in merito a questa incredibile coincidenza.
Ma se su questo argomento lo scienziato poteva fare intelligente ironia, come sua abitudine, non può fare altrettanto con un’altra straordinaria ‘fatalita’: è morto il 14 marzo 2018, ovvero nel giorno del compleanno di Albert Einstein, che era nato il 14 marzo 1879 a Ulma in Germania, 139 anni prima. Sempre il 14 marzo, inoltre, è una data cruciale per la scienza perché ricorre la festa del “Giorno del Pi greco”, ovvero la costante del rapporto tra circonferenza di un cerchio e il suo diametro che è 3,14, e nella lettura americana del calendario è appunto il 14° giorno del 3° mese dell’anno. Il primo a calcolare il valore del Pi greco fu il matematico siracusano Archimede. Fu poi Newton a perfezionarlo aggiungendo le prime 16 cifre decimali. Newton insegnò matematica all’Università di Cambridge, in Inghilterra: sulla stessa cattedra Hawking ha insegnato per trent’anni, dal 1979 al 2009.
Infine, ma non per ultimo in ordine di importanza, c’è il calcolo del quoziente d’intelligenza di Stephen Hawking: secondo i test standard, infatti, si attestava tra i 160 o 165 punti, ovvero lo stesso che molti biografi attribuiscono ad Einstein e Newton. Quello di Galileo, invece,è stimato in ben in 185 punti. Per capire quanto queste cifre siano spettacolari basti pensare che secondo gli studi dello psicologo francese Alfred Binet, un quoziente d’intelligenza “normale” varia tra gli 85 e 115 punti e solo l’1% delle persone al mondo registrano un Q.I. che supera i 135 punti.