8 marzo, gli esperti lanciano l’allarme: “Almeno una donna su 4 ha un rischio cardiovascolare elevato”

MeteoWeb

Gli esperti del Centro cardiologico Monzino (Ccm) di Milano, facendo seguito al progetto di prevenzione ‘Monzino Women‘, lanciano l’allarme : “Almeno una su 4 ha un rischio cardiovascolare elevato, fate un gesto d’amore verso voi stesse“, controllarsi può salvare la vita.
Non solo le insidie più note come colesterolo, fumo, ipertensione, diabete e obesità, anche fattori come alti livelli di depressione, ansia e stress possono scatenare un attacco, “troppo spesso senza che la donna lo sappia”.
In 2 anni abbiamo seguito 320 donne, tutte senza sintomi evidenti né precedenti eventi cardiovascolari, con un’età media di 50 anni“, riferisce Daniela Trabattoni, responsabile Monzino Women. “Nel 25% dei casi lo screening ha rilevato un profilo di rischio medio-alto, tale da rendere necessario ricorrere a una terapia o a correzioni di stile di vita. I dati evidenziano un quadro che merita tutta la nostra attenzione“, ha poi aggiunto: “63 donne, il 20% del totale, sono state indirizzate a un trattamento soprattutto per abbassare il colesterolo, normalizzare i livelli pressori o ridurre l’omocisteina, un indice infiammatorio indicatore di sviluppo di malattia aterosclerotica, che si rileva con semplici esami del sangue e si normalizza con una cura a base di vitamina B e acido folico“.
La nostra Unità di Psicocardiologia – sottolinea Trabattoni – ha evidenziato nel 10% delle donne che si sono rivolte a Monzino Women livelli di depressione, ansia e stress così elevati da
aggravare il loro profilo di rischio cardiovascolare. In questi casi le pazienti sono state indirizzate verso una terapia psicologica e/o farmacologica”.

La nostra esperienza – commenta la responsabile di Monzino Women – indica l’aspetto psicologico come il fattore di rischio cardiovascolare più in crescita nel mondo femminile e non è problema secondario. Diversi studi dimostrano infatti che stress, ansia e depressione sono un pericolo maggiore per le donne rispetto agli uomini: i vasi periferici femminili in condizioni di stress prolungato, invece di dilatarsi e consentire un maggiore afflusso di sangue al cuore, si restringono ostacolando il flusso sanguigno e ciò si traduce in un maggiore rischio di ischemia e infarto“.
Molto alta la percentuale di donne che al Ccm hanno ricevuto una diagnosi di patologia cardiovascolare già in atto, nonostante credessero di stare bene, in Italia infarto e ictus sono le maggiori cause di mortalità nella donna, rappresentando da soli il 40% di tutti i decessi femminili.
La buona notizia è che con una prevenzione adeguata queste cifre crollerebbero – assicura Trabattoni – Per questo vorrei invitare tutte le donne, in occasione della Giornata internazionale a loro dedicata, a fare un gesto d’amore verso loro stesse. Celebrarsi significa anche proteggere il proprio benessere“.

Condividi