Viviamo in uno “Zoo Galattico” protetto dagli alieni? Ecco perché gli extraterrestri potrebbero guardarci in silenzio

Siamo davvero soli nell'Universo? E se gli alieni ci guardassero in silenzio?
MeteoWeb

La domanda se gli esseri umani siano soli o meno nell’universo ha acceso la nostra immaginazione da molto tempo ormai, inclusa quella delle menti più eccellenti del mondo. La mancanza di evidenze sugli extraterrestri ma l’alta probabilità che esistano continua a lasciare perplessi gli esperti. Gli astronomi hanno già trovato 4.001 esopianeti confermati nella nostra Via Lattea e prevedono che ce ne siano oltre 50 miliardi. Potremmo non aver ancora trovato prove dell’esistenza della vita aliena, ma questo non significa che loro non abbiano trovato noi.

È quanto sostenuto da un gruppo di scienziati che si sono riuniti a Parigi per discutere del perché, nonostante decenni di ricerca e l’alta probabilità che oltre la nostra atmosfera esista vita aliena, non siamo ancora riusciti a stabilire un contatto. Una possibilità potrebbe essere quella in cui gli alieni ci stanno volutamente proteggendo dalla verità perché gli umani farebbero fatica ad affrontare la realtà della loro esistenza. I ricercatori presenti al meeting internazionale METI (Messaging Extraterrestrial Intelligence), che si tiene a Parigi ogni due anni, hanno proposto l’idea secondo cui gli alieni potrebbero tenerci in una sorta di “zoo galattico”, semplicemente osservandoci senza svelarsi per evitare di creare uno sconvolgimento culturale sulla Terra.

Scienziati di tutte le discipline si sono riuniti al museo Cité des Sciences et de l’Industriem per esplorare una domanda che risale al 1950, ora conosciuta come il Paradosso di Fermi: “Dove sono tutti?”. Nonostante sia un pensiero alquanto inquietante, esiste un crescente consenso scientifico che suggerisce che gli osservatori extraterrestri sono sempre stati presenti, senza che noi ce ne accorgessimo. “Sembra probabile che gli extraterrestri stiano imponendo una “quarantena galattica” perché comprendono che sarebbe culturalmente distruttivo per noi sapere di loro. L’evoluzione cognitiva sulla Terra mostra caratteristiche casuali, mentre segue anche percorsi prevedibili. Possiamo aspettarci l’emergenza ripetuta e indipendente di specie intelligenti nell’universo e dovremmo aspettarci di vedere ovunque forme di intelligenza più o meno simili, sotto condizioni favorevoli. Non c’è motivo di pensare che gli umani abbiano raggiunto il più alto livello cognitivo possibile. Livelli più alti potrebbero evolversi in futuro sulla Terra ed essere già raggiunti altrove”, ha dichiarato il co-presidente Jean-Pierre Rospars, direttore onorario dell’Institut National de la Recherche Agronomique.

Per rompere questo silenzio, secondo i ricercatori dovremmo essere più diretti nel nostro approccio. Douglas Vakoch, presidente di METI, paragona tutto questo ad una zebra in uno zoo, che improvvisamente ci guarda negli occhi e inizia a fare i numeri primi con lo zoccolo. Quest’azione estrema ed inaspettata provocherebbe certamente una reazione da parte dell’osservatore. “Forse gli extraterrestri stanno guardando gli umani sulla Terra, proprio come noi guardiamo gli animali in uno zoo. Come possiamo far sì che i guardiani dello zoo galattico si rivelino?”, sostiene Vakoch.

Per gli umani una soluzione potrebbe essere la trasmissione di segnali radio verso stelle vicine, qualcosa che è stato tentato in numerose occasioni che risalgono fino ai primi anni ’70, quando gli scienziati hanno lanciato per la prima volta un messaggio volontario nello spazio utilizzando il radiotelescopio Arecibo di Porto Rico. Ma sembra che dovremo continuare ancora a provarci.

I critici di questa teoria suggeriscono che questa sia solo una scusa per i ricercatori che non sono riusciti a trovare tracce di vita aliena dopo anni e anni di ricerca. Questo è un problema noto come “Il Grande Silenzio. Danielle Briot, astrofisica dell’Osservatorio di Parigi, ha fatto un’eccellente osservazione sul perché una civiltà aliena avanzata potrebbe non voler interagire con gli umani: “L’esperienza passata mostra che qualsiasi incontro di due civiltà è pericoloso per entrambe. Sapendo questo, gli extraterrestri non cercheranno di comunicare con noi”. Ha senso che una specie avanzata comprenda che ci sono molti rischi derivanti da questo tipo di contatto con un’altra civiltà. Forse realizzano che gli umani non sono abbastanza maturi per imparare dalla loro tecnologia o forse sono preoccupati sul trasferimento di malattie tra le due civiltà, proprio come avviene sulla Terra su una scala molto più piccola.

Al momento, la radioastronomia è l’unico modo pratico per gli umani per inviare messaggi nel cosmo e provare l’esistenza dell’intelligenza aliena. Roland Lehoucq, astrofisico del Commissariat à l’Énergie Atomique (CEA), è scettico sul fatto che gli umani avrebbero qualcosa in comune con le forme di vita extraterrestre, sostenendo “il nostro persistente antropocentrismo nella nostra comprensione e descrizione della vita aliena” e quanto sia difficile per gli umani immaginare l’intelligenza extraterrestre radicalmente diversa da noi. In sintesi, siamo troppo ossessionati da noi stessi per anche solo immaginare la vita extraterrestre, per non parlare del trovarla e comunicare con essa. Gli alieni esistono? Probabilmente sì, ma forse non li troveremo mai.

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