Mattarella visita il Veneto devastato dal Maltempo e lancia l’allarme: “siamo sull’orlo di una crisi climatica globale”

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  • Foto di Francesco Ammendola - Ufficio Stampa Quirinale
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Siamo sull’orlo di una crisi climatica globale, per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello globale“. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella, stamattina, a Belluno. “E’ il senso – ha aggiunto, parlando alla commemorazione della tempesta in Veneto – della sollecitazione sottoscritta, nell’autunno scorso, da alcuni Capi di Stato europei. Gli sforzi compiuti nelle conferenze internazionali che si sono succedute hanno, sin qui, conseguito risultati significativi ma parziali e ancora insufficienti“. Il Presidente ha ricordato le tre persone morte nella tempesta di Ottobre, Sandro Pompolani, Ennio Piccolin e Valeria Lorenzini, citati dal presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, che ha posto il loro sacrificio in relazione alla “imponderabilità della pianificazione territoriale di fronte a cambiamenti climatici, alla fragilita’ dei territori montani che collassano, all’urgenza sempre più pressante di politiche specifiche per la montagna con azioni puntuali ed efficaci“.

Il territorio del nostro Paese è fragile e le conseguenze dell’abbandono dei territori, verificatosi sulle Alpi e sugli Appennini, vengono pagate, a caro prezzo, anche dagli insediamenti urbani e produttivi in pianura. Occorre proseguire sulla strada di iniziative per la salvaguardia degli assetti idro-geologici. Queste iniziative sono state ampiamente delineate dal Parlamento in questi decenni ed è necessario un impegno condiviso delle istituzioni ai vari livelli per svilupparli e attuarli concretamente“. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento al teatro comunale di Belluno di fronte ad una rappresentanza dei sindaci, comunità colpite dalla tempesta che ha investito lo scorso ottobre l intero bellunese. “La tutela ambientale e idro-geologica è amica delle persone, ne salvaguarda la vita e difende così il futuro delle nostre comunità, accompagnata, come deve essere, da un uso razionale e sostenibile delle risorse esistenti nell’area – ha concluso – Il rilancio di una politica per la montagna e le popolazioni che la abitano va non solo nella direzione della effettiva affermazione della eguaglianza fra i cittadini della Repubblica, ma rappresenta una sfida per il recupero pieno di aree abbandonate o sottoutilizzate, preziose per il processo di crescita dell’Italia“.

Opere di contenimento e regimentazione, se non suffragate dall’apprendimento delle precedenti esperienze, talvolta ottengono risultati opposti a quelli prefissati, violando equilibri secolari da difendere. Diversamente, rischiamo di ritrovarci altre volte a piangere vittime, frutto non della fatalita’ ma drammatica conseguenza di responsabilita’ umane. L’amara e indimenticabile esperienza del Vajont ce lo insegna ogni momento” ha aggiunto Mattarella intervenendo nel teatro Comunale di Belluno dopo aver visitato il cimitero monumentale di Fortogna (Longarone) che accoglie le circa 2 mila vittime della tragedia della diga del Vajont. “Di fronte a tragedie come quella del Vajont la Repubblica è chiamata, anzitutto, a esprimere il proprio dolore a quanti, vittime e sopravvissuti, ne sono stati colpiti. Ma non si può limitare al cordoglio – ha continuato – Come ho detto questa mattina, al Cimitero di Fortogna, ai rappresentanti delle associazioni che di quella tragedia custodiscono la memoria, la Repubblica è, in qualche modo, responsabile di quanto avviene sul suo territorio e quindi ha motivo di scusarsi con chi ha sofferto le conseguenze di disastri di questo genere. Ma la Repubblica è anche, al contempo, vittima anch’essa delle scelte e dei comportamenti di coloro che hanno concorso al realizzarsi di immani sciagure come quella e io, rappresentando la Repubblica, mi colloco accanto a chi avverte il dolore di quei lutti immani e sono tra coloro che ne conservano la memoria“.

Le parole del Capo dello Stato arrivano in un momento molto delicato per il clima mondiale, con l’Italia tra i Paesi più esposti a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto. Proprio al Nord, flagellato lo scorso autunno da tempeste senza precedenti, è in atto una grave siccità che perdurerà ancora aggravandosi ulteriormente nelle prossime settimane.

Cresce, intanto, la mobilitazione dei ragazzi di “Fridays for Future” che arrivano a Roma in occasione della Giornata di sciopero globale degli studenti per il clima, in programma il 15 marzo. La manifestazione si svolgerà in piazza Madonna di Loreto. “Fridays for future” è il movimento per la lotta ai cambiamenti climatici fondato dalla studentessa svedese Greta Thunberg, che dallo scorso agosto manifesta ogni venerdi’ sotto il Parlamento. Da lì l’iniziativa si è diffusa a macchia d’olio, fino a coinvolgere un numero sempre maggiore di persone, soprattutto studenti, che dallo scorso novembre scendono in piazza regolarmente in diverse citta’ europee per far sentire la propria voce. Domenica ad Amsterdam oltre 40 mila persone hanno manifestato sotto la pioggia.

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