“Per 7 millennials su 10 in Italia riciclare oggetti usati è un modo per difendere l’ambiente e favorire la sostenibilità“: è quanto emerge da un’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati “Second hand economy” in relazione alla giornata mondiale del riciclo del 18 marzo 2019. “Un atteggiamento responsabile che coinvolge in modo particolare la generazione nata negli anni Ottanta e Novanta ma con una sensibilità che si sta diffondendo anche fra i più giovani come hanno dimostrato le manifestazioni in tutto il mondo dei ragazzi per il Global strike for future promosso dalla sedicenne attivista svedese Greta Thunberg proposta per il Nobel per la Pace. Il riciclo non riguarda solo la tavola con il recupero degli avanzi del giorno prima o la gestione separata dei rifiuti, ma coinvolge sempre più la seconda vita degli oggetti: dai vestiti alle scarpe, dalle stoviglie ai libri, dagli elettrodomestici ai mobili. Negli ultimi cinque anni in Italia le attività che si occupano di gestione dell’usato sono cresciute di oltre il 7%,” spiega Uecoop sui dati Camera di commercio di Milano Lodi Monza. “Il mercato del riuso a prezzi scontati coinvolge i principali centri urbani italiani con Roma al primo posto con 450 attività seguita da Milano con 398 e Torino con 282. Ma nella top ten dell’usato ci sono anche Napoli con 245, Firenze con 227, Genova con195, Brescia con 105, Arezzo con 92, Bari con 90 e Bologna con 83. Si è creato – spiega Uecoop – un vero e proprio mercato parallelo a quello del nuovo. Ma non si tratta solo di “tesori da cantina” e ci sono anche realtà cooperative che riescono – sottolinea Uecoop – a valorizzare materiali di scarto dell’industria e della logistica come ad esempio i pallet di legno trasformandoli in mobili e sedie. Alla fine il business dell’usato vale circa 21 miliardi di euro – spiega Uecoop in base alla ricerca “Second Hand Economy” – e quasi 1 italiano su 5 vi partecipa anche per integrare il reddito domestico considerato che quasi un povero su due è minore o giovane mentre – conclude Uecoop – circa 1,4 milioni di persone sopra i 65 anni si trovano in uno stato di grave deprivazione materiale senza potersi pagare un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento.”