E’ giunto infine l’Equinozio di Primavera, che segna l’inizio della primavera astronomica. L’evento quest’anno si verificherà il 20 marzo alle ore 21:58 UTC (le 22:58 ora italiana).
La parola “equinozio” deriva dal latino “equi” e “nox”, da intendersi come “notte uguale al dì”, definizione puramente teorica in quanto gli effetti della rifrazione atmosferica, il semidiametro del Sole e la parallasse solare fanno sì che negli equinozi la lunghezza del giorno ecceda quella della notte. L’equinozio in realtà dura un istante, e non può coincidere con un’intera giornata. Nei momenti degli equinozi, il giorno è sempre un po’ più lungo rispetto alla notte.
Gli equinozi di marzo e settembre sono i due giorni dell’anno nei quali ha inizio la primavera e l’autunno. Si chiama equinozio di primavera o Punto Gamma o nodo ascendente o Punto d’Ariete, il punto d’intersezione tra eclittica ed equatore celeste in cui il Sole passa dall’emisfero australe a quello boreale (cioè il Sole appare salire a nord dell’equatore celeste). Invece, è detto equinozio d’autunno o punto Omega o nodo discendente o primo punto della Libra, il punto di intersezione tra eclittica ed equatore celeste in cui il Sole passa dall’emisfero boreale a quello australe (cioè il Sole appare scendere a sud dell’equatore celeste).
L’asse di rotazione della Terra, però, è inclinato rispetto all’orbita di circa 67°, con tutto ciò che ne consegue.
Significato simbolico, miti e leggende
Alcuni miti connessi all’evento sono duri da sfatare: ad esempio si ripete spesso che la regione artica, nel corso dell’anno, vive sei mesi di luce e sei mesi di buio. Cosa che che libri, articoli e guide turistiche continuano a riportare, attribuendo al termine “notte”, il significato di “presenza del Sole sotto l’orizzonte”: in realtà quando il Sole scende sotto la linea dell’orizzonte, quel che osserviamo è il crepuscolo. Ogni volta che il bordo più alto del Sole è inferiore a 18 gradi sotto l’orizzonte, si verifica il limite del crepuscolo astronomico, oltre al quale ne esistono altri due tipi: quello civile, che si verifica quando il Sole è sotto di 6°, e quello nautico, ossia quando la nostra stella scende a 12 gradi sotto l’orizzonte. Il momento in cui sono necessari i fari artificiali, coincide con la fine del crepuscolo. Questa fase interessa il Polo Nord sino ad ottobre, per cui siamo ben lontani dal definire questo periodo come “buio totale”.
Sono il paganesimo e l’esoterismo a trovare, ancor oggi, nel giorno dell’equinozio, un punto di riferimento. Dal punto di vista astrologico, questi sono gli ultimi giorni in cui le forze si bilanciano, mentre a seguire l’oscurità vincerà per i successivi sei mesi sulla luce. Nella tradizione iniziatica, questo momento rappresenta un passaggio, un tempo per meditare, durante il quale la separazione tra ciò che è visibile e ciò che invisibile tende a diventare sempre più sottile. Diversi anche i miti, soprattutto celtici, che si legano a questa giornata: l’equinozio autunnale veniva festeggiato con il nome di Mabon, il dio della vegetazione e dei raccolti. Indicato col nome di Maponus nelle iscrizioni romano-britanne, è figlio di Modron lsa, dea madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne liberato da Culhwch, cugino di Re Artù. A causa del soggiorno ad Annwn, Mabon rimase giovane per sempre. Il suo rapimento è quindi l’equivalente celtico del rapimento greco di Persefone. Nell’antica Grecia invece si celebravano i grandi misteri elusini, riti misterici che rievocavano suddetto rapimento di Persefone, figlia della dea Demetra, che regolava i cicli vitali della terra, condotta agli inferi dal dio Ade che ne fece la sua sposa: la leggenda racconta che Demetra, come segno di lutto e fin quando non riebbe sua figlia, impedì il germogliare delle sementi e delle piante e rese sterile la terra.
Il mito si interseca quindi con la realtà e con i ritmi vitali dell’uomo, che nonostante la tecnologia, continuano ad essere intimamente legati con l’ancora, per certi versi, misterioso movimento degli astri.