L’acqua è il bene più prezioso che abbiamo ed è tra gli elementi fondamentali per la crescita economica, il benessere dei cittadini e la sostenibilità ambientale.Ma quella che arriva nelle nostre case è poco meno della metà del volume di acqua prelevata alla fonte (47,9%) che non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni idriche dalle reti di adduzione e distribuzione.
Proprio nella Giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’ONU e celebrata ogni anno il 22 marzo, l’ISTAT fornisce un focus annuale che attraverso un approccio multi-fonte, presenta i risultati provenienti da diverse indagini ed elaborazioni, offrendo una lettura integrata del fenomeno con riferimento agli aspetti legati sia al territorio sia alla popolazione. Dal quadro dell’ISTAT emergono ancora tutte le difficoltà di approvvigionamento che colpisco il nostro paese: 11 i comuni capoluogo di provincia/città metropolitana interessati nel 2017 da misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua per uso civile, quasi tutti ubicati nell’area del Mezzogiorno. Mentre le acque di balneazione con qualità scarsa sono appena lo 0,8% della costa italiana e gli scarichi delle acque reflue urbane sono la causa principale dei divieti di balneazione.
I monitoraggi costanti e gli interventi puntuali sono essenziali per sviluppare strategie di gestione della risorsa in maniera adeguata, come promosso nei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU (Sustainable Development Goals – SDGs), in particolare nei Goals 6 “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie” e 14 “Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile“.
Complessivamente il volume di acqua prelevato per uso potabile dalle fonti di approvvigionamento presenti in Italia è di 9,49 miliardi di metri cubi nel 2015, pari ad un volume giornaliero pro capite di 428 litri, il più alto nell’Unione europea.
Tuttavia, poco meno della metà di tale volume (47,9%) non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni di rete.
Nel 2018 sono circa 24 milioni 800 mila (95,8% del totale) le famiglie che dichiarano di essere allacciate alla rete idrica comunale. A livello territoriale la quota più alta, 98,5%, è nel Nord-ovest mentre la più bassa si registra nelle Isole (93,1%). Il 4,2% delle famiglie dichiara invece una fonte di approvvigionamento diversa dalla rete comunale attraverso pozzi, sorgenti o altre fonti private. Le famiglie allacciate alla rete idrica comunale che si ritengono molto soddisfatte del servizio offerto sono il 21,3%, quelle abbastanza soddisfatte il 63,3%.
Ma il livello di soddisfazione varia sensibilmente sul territorio, tra le famiglie molto o abbastanza soddisfatte nove su dieci al Nord, otto nel Centro e nel Sud e si scende a sette nelle Isole.
Anche se vi sono aree geografiche del Paese in cui la quota di famiglie poco soddisfatte supera di gran lunga la percentuale di quelle molto soddisfatte, come in Calabria (26,6% poco soddisfatte contro 9,6% molto soddisfatte), Sardegna (24,3% contro 8,8%) e Sicilia (22,7% contro 11,1%).