Greta e la sua battaglia per il clima: la sindrome di Asperger e la voglia di non mollare

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Quella di Greta Thunberg è una storia affascinate sotto diversi punti di vista: basterebbero la sua giovane età ed il carisma innato, ma a rendere così determinata l’attivista svedese 16enne sarebbe anche il disturbo che la affligge, la sindrome di Asperger.
A far luce su questo è stata proprio lei, nelle sue dichiarazioni allo Young Post, sito web del South China Morning Post, dove ha spiegato che l’impegno che l’ha portata alla guida del movimento giovanile globale contro i cambiamenti climatici nasce anche un po’ dal disturbo di cui è affetta: “Non credo sarebbe stato possibile senza,” dichiara riferendosi alla sindrome di Asperger. “Lavoro e penso in maniera un po’ diversamentre era facile per chiunque altro dimenticare questa terribile immagine di un orso polare che muore di fame, mostrataci in classe, io non sarei più in grado di guardarmi allo specchio, se lasciassi perdere“.

La giovane pero non è solo determinata ma anche organizzata, ed infatti ha spiegato anche cosa farebbe se per tre giorni fosse a capo del gruppo intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite: “Il primo giorno spiegherei che una crisi è imminente e che dobbiamo agire di conseguenza. Il secondo giorno dichiarerei uno stato di emergenza internazionale e stabilirei un ‘carbon budget‘ globale basato sulla giustizia climatica, e calcolare i numeri per i Paesi ricchi sarebbe la mia priorità. L’ultimo giorno farei sapere a tutti che solo la democrazia, assieme alla scienza e alla buona volontà tra le nazioni, ci possono salvare, perché sono le tre pietre angolari della società’“.

Parole intransigenti anche per il proprio Paese: “Sciopererò ogni venerdì finché la Svezia non sarà in linea con l’accordo di Parigi e spero che i bambini di tutto il mondo facciano lo stesso“, ha proseguito, nell’intervista condotta via Skype con il sito web di Hong Kong, regione amministrativa speciale della Cina, che è il primo Paese al mondo per emissioni di gas serra, e da solo contribuisce al 27% delle emissioni a livello globale, secondo le stime del World Resources Institute.

Durissimo il giudizio su chi non agisce contro il cambiamento climatico e non sostiene la sua iniziativa: “Se non si assumono la responsabilità delle loro azioni, saranno ricordati come i peggiori malvagi della Storia“. La sua battaglia ha coinvolto anche il suo stile di vita e la sua famiglia: “Ho smesso di volare e di comprare nuove cose, a meno che non sia assolutamente necessario“, ha proseguito la l’attivista. “Sono anche diventata vegana, i miei genitori ci hanno provato, ma lo trovano molto difficile“, ha aggiunto.

Allo Young Post, Greta ricorda anche la sua esperienza al World Economic Forum di Davos, dove è arrivata in treno dopo un viaggio di 32 ore e durante il quale ha dormito in una tenda, al contrario degli altri partecipanti che hanno viaggiato su jet privati e hanno pernottato in alberghi di lusso: “E’ davvero bello viaggiare in treno. Mi piacerebbe visitare Hong Kong un giorno, prendendo la transiberiana“.

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