Quando si parla di disomogeneità tra le generazioni, si pensa che non ci sia nulla di sbagliato, almeno con la versione di essa che esiste dal XX secolo. Questo tipo di disomogeneità è basato sull’idea che la vita debba migliorare gradualmente, da una generazione all’altra: debba essere più sicura, più prospera, più sana, più lunga. Questo significa che i bambini dovranno vivere una vita migliore rispetto ai loro genitori.
Ma ora questo modello di relazione tra le generazioni sembra essere andato distrutto, per una serie di diverse ragioni tra le quali potremmo tranquillamente inserire il discorso pensioni o quello dell’austerità. Ma forse una delle eredità peggiori che le vecchie generazioni stanno lasciando a quelle nuove riguarda il nostro pianeta, in particolare i cambiamenti climatici.
Non possiamo incrociare le dita e sperare che tutto si risolva da sé. Il bisogno di giustizia intergenerazionale sulla questione dei cambiamenti climatici non potrebbe essere più forte di ora. La prospettiva di lasciare una Terra distrutta per le generazioni future è il più chiaro appello all’azione contro i cambiamenti climatici che abbiamo mai avuto. E sono proprio i giovani a lanciarlo, ispirati da Greta Thunberg, la ragazzina svedese di 16 anni che ha iniziato a protestare davanti al Parlamento di Stoccolma per richiedere un’azione decisa e rapida contro i cambiamenti climatici e che ha attirato l’attenzione del mondo sulla questione.
Psicologi ed economisti sanno che gli esseri umani non sono bravi a riunirsi per affrontare problemi le cui conseguenze sembrano lontane. Le compagnie energetiche sono a conoscenza da molto tempo del consenso scientifico sul riscaldamento globale e delle minacce che ne derivano, ma sanno anche che una seria lotta ai cambiamenti climatici danneggerebbe anche i loro affari e quindi esercitano pressione sulle regolazioni imposte. L’influenza che le aziende di combustibili fossili ora hanno in politica ha creato un conflitto di interesse anche tra le autorità governative e i cittadini.
Ma mentre i leader più anziani continuano a temporeggiare, milione di persone delle generazioni più giovani ora fanno pressione per politiche ed investimenti che possano evitare gli effetti peggiori dei cambiamenti climatici. Anche le azioni legali legate al clima sono in aumento in tutto il mondo. Parlando alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite, Greta Thunberg ha rimproverato i leader mondiali per il loro comportamento da bambini irresponsabili: “Poiché i nostri leader si stanno comportando come bambini, noi dovremo prenderci le responsabilità che loro avrebbero dovuto prendere molto tempo fa. Dobbiamo capire quello che la vecchia generazione ci ha fatto, quale disastro hanno creato che noi dobbiamo risolvere e con il quale dobbiamo convivere. Dobbiamo far sentire le nostre voci”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto che entro il 2030 i cambiamenti climatici causeranno 250.000 morti all’anno.
Se non verrà intrapresa un’azione rapida, decisa e globale, gli effetti del comportamento delle generazioni passate si abbatteranno inevitabilmente su quelle future, andando a costituire una delle più grandi ingiustizie intergenerazionali che il mondo abbia mai vissuto. “Gli adulti continuano a dire: “Lo dobbiamo ai giovani per dar loro speranza”. Ma io non voglio la vostra speranza. Non voglio che siate speranzosi. Voglio che abbiate paura. Voglio che sentiate la paura che io sento ogni giorno. E poi voglio che agiate. Voglio che agiate come se foste in crisi. Voglio che agiate come se la nostra casa fosse in fiamme. Perché è così che è”, sono le parole di Greta.