Ictus e fibrillazione: due dita sul polso per salvare chi ne è colpito

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In Italia oltre 1 milione di persone convive con le gravi disabilità causate da un ictus cerebrale che non toccano solo direttamente chi è stato colpito ma anche i famigliari e chi se ne fa carico. Secondo i dati della OMS-Organizzazione Mondiale della Salute l’ictus cerebrale è la seconda causa di morte nel mondo, in un terzo dei casi lascia gravissime invalidità. Uno spreco enorme e ingiustificato, che almeno una persona su due avrebbe potuto evitare.

Nella maggioranza dei casi l’ictus colpisce all’improvviso e in modo irreversibile e la causa è un disturbo del cuore trascurato o non riconosciuto: la fibrillazione atriale. 

La fibrillazione atriale è un problema grave che riguarda tutti ma che, con la conoscenza, potrebbe essere evitato. Conoscere l’ictus, come si manifesta, quali i segnali d’allarme, cosa fare ma, soprattutto, come riconoscere l’alterazione del ritmo cardiaco che lo può provocare sono indicazioni utili per evitarlo.

Due dita sul polso: per fare la differenza e salvare una vita, è il messaggio che ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari – Onlus lancia in occasione dell’8°Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi www.giornatatrombosi.it  in programma mercoledì 17 aprile 2019 per dire «ALT» alle malattie da Trombosi.

Per rispondere alla necessità di conoscenza ALT ha ideato ChYP- Check Your Pulse, un progetto tradotto anche in inglese per una maggiore diffusione, che vuole insegnare ai bambini fin da piccoli a “sentire” il ritmo del cuore appoggiando due dita sul polso per riconoscere in tempo la fibrillazione atriale. Sono due gli alleati determinanti per imparare a riconoscere la fibrillazione atriale ed evitarne le conseguenze: la conoscenza e il tempo. Per una maggiore diffusione del messaggio di ChYP, ALT ha realizzato un video per sensibilizzare e raccontare la campagna. La giornata nazionale per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari è un’occasione per tutti di fare la cosa giustaguardare il video di ALT, imparare a “sentire” il ritmo del cuorepostare sui social il proprio gesto e condividere la campagna per salvare vite.

Quale mezzo migliore per un messaggio così importante se non i social, veloci, coinvolgenti e diretti?

 

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