Inizia domani la settimana decisiva per la Brexit. I deputati britannici voteranno martedì per concretizzare o rinviare il divorzio dall’Unione europea, la cui data è fissata al 29 marzo. Il voto arriva tre anni dopo il referendum popolare e meno di tre settimane prima del giorno della separazione. Discussioni tecniche e politiche proseguono a Bruxelles, dove i britannici chiedono modifiche all’accordo sul ritiro raggiunto a novembre. Il testo è stato bocciato dal Parlamento di Londra il 15 gennaio e da allora la premier Theresa May si è impegnata in una battaglia su due fronti: per tentare di ottenere concessioni dall’Ue e per far sì che i deputati britannici diano l’ok. In questa corsa contro il tempo, la conservatrice si è scontrata con il rifiuto europeo di riaprire i negoziati. Sulla base di riunioni di lavoro in corso a Bruxelles nel fine settimana, lunedì potrebbe tornarvi per ultime trattative. Martedì, in ogni caso, sarà alla Camera del comuni perché l’accordo sarà di nuovo sottoposto al voto dei deputati. La sua adozione darebbe al Regno Unito un’uscita ordinata, 46 anni dopo l’ingresso nel blocco. “Abbiamo un’opportunità di uscire il 29 marzo, è molto importante coglierla”, ha detto il ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt, chiedendo di appoggiare l’intesa. Se la Brexit non sarà attuata, ha detto, le conseguenze saranno “devastanti”. E oggi, intanto, a Londra persino i cani hanno manifestato contro la Brexit fuori dalle Camere del Parlamento durante una manifestazione anti Brexit chiamata “Wooferendum”. I manifestanti (umani) hanno etichettato la Brexit come una “cena per cani” e hanno chiesto di fermarla.