Dopo le piogge torrenziali delle ultime settimane che hanno seminato morte e distruzione in Iran, il sud del Paese è stato colpito anche un’onda anomala, sebbene il fenomeno non sia legato alla precedente situazione di maltempo. L’onda ha percorso decine e decine di metri nei litorali, mettendo in fuga le persone, costrette a cercare riparo nelle zone più interne, come potete vedere nel video che trovate in fondo all’articolo.
Non sembrano esserci cause evidenti per il fenomeno: non ci sono stati terremoti nei minuti precedenti alla formazione dell’onda, né vi era l’azione di cicloni tropicali, che con la violenza dei loro venti sono in grado di creare grandi onde anomale. Fortunatamente l’evento non ha procurato feriti o morti da aggiungere alle almeno 20 vittime dell’ondata di maltempo delle scorse settimane. Molto probabilmente si è verificato un raro “meteotsunami”, un fenomeno ancora poco conosciuto ma che ha iniziato a verificarsi sempre più spesso negli ultimi anni. L’ultimo esempio è stato il meteotsunami che ha colpito le Isole Baleari lo scorso luglio.
Che cos’è un meteotsunami?
Quando intense tempeste si muovono su acque aperte possono generare un muro d’acqua noto come meteotsunami, un raro evento che può provocare danni lungo la costa della massa d’acqua. Questi eventi sono difficili da prevedere e possono includere piccole onde, quasi non rilevabili, oppure onde più grandi in grado di inondare le aree costiere.
Gli esperti del National Weather Service (NWS) statunitense spiegano che “i meteotsunami hanno caratteristiche simili agli tsunami generati dai terremoti, con la differenza di essere generati da alterazioni della pressione atmosferica spesso associate a sistemi meteorologici rapidi”.
Un rapido fronte di tempeste può essere abbastanza forte da innescare un meteotsunami, insieme ad altri pericoli come forti venti e fulminazioni frequenti. La tempesta genera un’onda che si muove verso la costa ed è amplificata da una piattaforma continentale, un’insenatura, una baia o da altre caratteristiche costiere. I meteotsunami tendono ad essere regionali, a differenza degli tsunami innescati dai terremoti che possono colpire una striscia considerevole di costa.
Il fenomeno è stato osservato in tutto il mondo, anche nel Mar Mediterraneo, nel Mar Adriatico e sulle coste dell’Australia. Negli USA, le condizioni più favorevoli si verificano lungo la costa orientale, il Golfo del Messico e i Grandi Laghi, dove rappresentano una minaccia maggiore rispetto agli tsunami indotti dai terremoti.
Alcuni meteotsunami sono relativamente piccoli e possono verificarsi senza essere notati dalla popolazione. Tuttavia, altri possono essere notevoli e dare origine a condizioni pericolose. “Il meteotsunami più forte mai registrato ha colpito Vela Luka, in Croazia, nel giugno 1978. L’evento, durato diverse ore, ha prodotto onde di 6 metri di altezza e ha causato danni significativi al porto e alle imbarcazioni”, spiegano dall’NWS.
Nel 1929, sul lago Michigan (USA), un meteotsunami con onde di simile altezza ha ucciso 10 persone, spazzate nel lago dalla furia delle onde. Nel 2008, nel Maine è stato registrato uno dei più grandi meteotsunami degli USA quando onde di quasi 4 metri hanno allagato e svuotato un porto per 3 volte in 15 minuti, danneggiando imbarcazioni e strutture.
I meteotsunami possono creare pericoli per le comunità costiere ma prevedere quando si verificheranno non è affatto semplice.