Plastiche, pesticidi e fungicidi testati sui ratti: riproduzione a rischio per generazioni

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Che influenze possono avere plastiche, pesticidi e fungicidi sulla salute? Sembra notevoli: in un recente studio sono stati infatti osservati nei ratti gli effetti sul cervello dei cosiddetti distruttori endocrini, contenuti appunto in sostanze come pesticidi e fungicidi, che colpiscono l’attività dei geni coinvolti nella pubertà e nella riproduzione.

E’ emerso che la loro influenza è in grado di incidere per ben quattro generazioni su comportamento sessuale, ovulazione e cure materne.

Lo studio si deve ai ricercatori coordinati da David Lopez Rodriguez, dell’Università di Liegi che lo hanno presentato a New Orleans, al convegno annuale della Società americana di endocrinologia.

I nostri risultati sollevano preoccupazione per i potenziali effetti a lungo termine che le sostanze chimiche inquinanti prodotte dall’uomo potrebbero avere nel corso di generazioni“, ha sottolineato Lopez Rodriguez. “I distruttori endocrini – ha aggiunto – sono noti per il loro ruolo nella diminuzione della fertilità e nell’aumento dei disturbi dello sviluppo sessuale. Fino ad ora, tuttavia, nessuno studio ha affrontato la questione della trasmissione degli effetti alle successive generazioni“.

Durante la fase sperimentale condotta su 31 ratti, tutti di sesso femminile, è stata somministrata una miscela contenente 13 tipi diversi di distruttori endocrini, compresi quelli contenuti nella plastica (come il bisfenolo), pesticidi, fungicidi, filtri ultravioletti delle creme solari e il paracetamolo, usato come antidolorifico. Il periodo di somministrazione è avvenuto nelle due settimane prima del parto ed è proseguito fino alla fine dell’allattamento, tuttavia gli effetti della negativi della miscela sono stati osservati nelle quattro generazioni successive.

In particolare sono stati osservati ritardi nel raggiungimento della pubertà, anomalie nell’ovulazione e riduzione delle cure parentali che le femmine hanno riservato ai loro cuccioli. Studiando in seguito il cervello dei ratti è stato scoperto che tali effetti si verificano perché queste sostanze colpiscono nell’ipotalamo, che influenza l’attività dei geni coinvolti nella pubertà e nella riproduzione.

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