Trovare l’origine della vita partendo dalla parte più intima, infinitesimale e fondante: una cellula. Questa e tante altre, sono le risposte che vuole dare la nuova ricerca dell’Università di Tokyo pubblicata sulla rivista Nature Communications.
Il risultato più evidente è stato la creazione della prima cellula artificiale in grado di sopravvivere quasi interamente da sola: produce infatti l’energia e parte delle sostanze che le servono grazie alla fotosintesi, avvicinandosi come mai prima alle normali cellule biologiche. Lo studio farà progredire la ricerca sullo sviluppo della vita sulla Terra, ma aiuterà anche a produrre interi organi artificiali e altri tessuti del corpo.
Un progetto che ha preso ispirazione dalle piante, infatti i ricercatori guidati da Samuel Berhanu sono riusciti ad inserire nella membrana delle loro cellule le proteine necessarie per il processo della fotosintesi, che sfruttando l’energia della luce genera energia utilizzabile, insieme alle varie molecole necessarie alla vita. Nel corso della sperimentazione le cellule sintetiche si sono comportate proprio come quelle reali anche se non sono state in grado di produrre proprio tutte le sostanze indispensabili alla loro completa autonomia. I ricercatori tuttavia ritengono che l’obiettivo sia ormai a portata di mano:
“Le nostre cellule fotosintetiche artificiali – commentano – spianano la strada alla costruzione di una cellula sintetica completamente indipendente dal punto di vista energetico“.
Questo studio potrebbe gettare nuova luce su come hanno fatto le prime protocellule comparse sul pianeta ad evolversi nelle cellule moderne, mostrando ai ricercatori i passaggi fondamentali che hanno permesso la nascita della vita sulla Terra. Ma non solo ricerca delle nostre origini, infatti le cellule artificiali potrebbero trovare applicazione in moltissimi altri campi: ad esempio come mezzi per somministrare farmaci all’interno del corpo, oppure nello sviluppo di sensori super-intelligenti.