Primavera, tempo di disturbi gastrointestinali per i piccoli italiani. “Le infezioni virali di questo tipo sono fra le prime cause di accesso in pronto soccorso pediatrico, e ci aspettiamo un grande aumento dei casi in primavera”, dice all’Adnkronos Salute Antonino Reale, responsabile di Pediatria dell’emergenza all’ospedale Bambino Gesù di Roma.
“Nausea, dolori, diarrea e talvolta vomito spesso legati a forme similinfluenzali, o in casi più importanti al rotavirus, per il quale esiste un vaccino, rischiano di essere sintomi tanto più importanti quanto più piccolo è il bambino. I più piccini, infatti, rischiano più degli altri la disidratazione”.
Occorre distinguere tra forme acute, “nelle quali i sintomi durano al massimo 14 giorni, e croniche. Se il problema si trascina, può ‘nascondere’ un problema non virale: dagli ossiuri alle intolleranze, fino al morbo di Crohn”. Il consiglio dell’esperto ai genitori è quello di “consultare il pediatra di famiglia. Il bambino colpito da virus gastrointestinali deve stare a riposo – raccomanda – E’ utile somministrare sali minerali per evitare la disidratazione: vediamo arrivare spesso piccoli gravemente disidratati”.
Il piccolo inoltre deve bere, anche a piccoli sorsi o con il cucchiaino, “mentre non c’è evidenza scientifica fortissima dell’efficacia della somministrazione di probiotici. Non serve poi l’antico rimedio della nonna composto dal mix tè e riso. Si usava 30 anni fa – dice Reale – ma in questo modo si rischia la chetoacetosi. Il bambino deve seguire una dieta normale, senza eliminare latte o spaghetti, e soprattutto bere molto”.
“Altro divieto assoluto da sfatare, quello di non usare antidolorifici. Se il bimbo ha crampi addominali, questi farmaci si possono somministrare senza modificare il quadro. E’ vero però – ammonisce il pediatra – che in alcuni casi il dolore addominale cela un problema importate: dunque se il piccolo si lamenta molto, ci sono sintomi come sangue nelle feci o è molto debilitato, allora deve essere visitato. La raccomandazione ai genitori è dunque di agire con buonsenso, consultare il pediatra di famiglia e prestare particolare attenzione al pericolo disidratazione”.