Scompenso cardiaco: poco conosciuto, ma molto diffuso. Eppure, nel nostro Paese, l’1,7% della popolazione ne soffre (circa 1 milione di persone), con un’incidenza di 200.000 nuovi casi all’anno. Inoltre, la prevalenza cresce in maniera esponenziale con l’età: meno dell’1% sino a 60 anni e fino al 20% dopo gli 80 anni. Motivo per cui lo scompenso cardiaco è stato definito come ‘sindrome cardio-geriatrica’ del XXI secolo. Promuovere la consapevolezza dell’importanza di una corretta prevenzione e di un trattamento tempestivo adeguato è l’obiettivo della campagna ‘Ogni Cuore Conta. Soprattutto il tuo‘.
Riconoscere i sintomi, imparare a gestire al meglio la propria condizione di paziente non sottovalutando la progressione della malattia, confrontarsi in maniera aperta e proattiva con tutti gli specialisti della salute per le migliori opportunità terapeutiche in grado di migliorare la propria qualità di vita saranno gli asset portanti di questa nuova iniziativa di sensibilizzazione e informazione che, nel corso dell’anno, sarà incentrata sulla realizzazione di incontri ‘medico-paziente’ in 15 Centri ospedalieri.
“Lo scompenso cardiaco – dichiara Ciro Indolfi, direttore del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università Magna Grecia di Catanzaro e presidente Società italiana di cardiologia (Sic) – è una sindrome clinica complessa in cui il cuore non è più capace di pompare sangue in misura adeguata alle richieste metaboliche dell’organismo. Lo scompenso cardiaco è una malattia grave, la cui frequenza aumenta con l’età ed è tra le prime cause di ricovero dopo i 65 anni“.
“Lo scompenso cardiaco in un certo senso – spiega Indolfi – è ‘il prezzo da pagare per il successo’, poiché le nuove terapie, come lo stent, hanno ridotto la mortalità per infarto miocardico acuto, ma hanno portato allo sviluppo successivo di insufficienza cardiaca. La terapia dello scompenso cardiaco ha fatto molti passi in avanti con l’utilizzo di device come la clip mitralica, i defibrillatori e i resincronizzatori cardiaci. Recentemente è stato introdotto nella pratica clinica un nuovo farmaco, il sacubitril/valsartan, che ha dimostrato un importante effetto benefico sullo scompenso cardiaco. Questa nuova categoria di farmaci è oggi consigliata dalle linee guida della Società europea per i pazienti con ridotta funzione ventricolare sinistra che rimangono sintomatici nonostante la terapia medica allo scopo di ridurre l’ospedalizzazione e la mortalità“.
“Se si considera che l’Italia è attualmente uno dei paesi più longevi al mondo – precisa Claudio Pedone, geriatria, professore associato di Geriatria e direttore della Scuola di specializzazione in geriatria del Campus BioMedico di Roma – ben si comprende come l’incidenza e la prevalenza dello scompenso cardiaco siano destinati ad aumentare in conseguenza dell’invecchiamento della popolazione. La gestione dello scompenso cardiaco nel paziente anziano è resa più difficoltosa dalla presenza di polipatologia e polifarmacoterapia, condizioni tipiche dell’età avanzata che portano anche a una maggior mortalità rispetto a pazienti più giovani. Per questo, la possibilità per il geriatra di poter disporre di farmaci innovativi per il trattamento dello scompenso cardiaco consente di trattare efficacemente anche i pazienti anziani, riducendo l’incidenza dei ricoveri e delle riospedalizzazioni“.
La campagna prevede incontri medico-paziente in 15 Centri ospedalieri per aumentare la consapevolezza sulla patologia. Occasioni in cui gli specialisti saranno a disposizione anche per rispondere alle domande dei pazienti e dei loro familiari; sviluppo di materiali informativi sullo scompenso cardiaco: sarà realizzato un leaflet per imparare a riconoscere i sintomi e a non sottovalutare i rischi della patologia, distribuito nei Centri per il trattamento dello scompenso cardiaco; pagina Facebook in cui trovare informazioni sulla patologia, condividere esperienze e seguire le iniziative relative alla campagna: https://www.facebook.com/AscoltailTuoBattitoITA/