Con l’arrivo del tepore primaverile e del primo caldo estivo, si inizia a trascorrere più tempo all’aperto. È proprio in questo periodo dell’anno, ossia dopo i mesi invernali, che fiumi e laghi possono essere molto pericolosi. “Solitamente, in primavera e all’inizio dell’estate è il momento in cui le persone iniziano ad avventurarsi nell’acqua e non capiscono quello che stanno affrontando e la pericolosità dell’acqua fredda”, ha spiegato Keith Bills, della National Ice Rescue School for the Coast Guard degli Stati Uniti.
Anche nei giorni in cui fa molto caldo, l’acqua di fiumi e laghi può portare una pericolosa condizione chiamata shock da acqua fredda. Questo vale soprattutto nelle zone in cui fiumi e laghi sono alimentati dallo scioglimento della neve delle montagne vicine. Lo shock da acqua fredda è l’immediata reazione del corpo quando si entra in un corpo d’acqua freddo e può provocare un riflesso nella respirazione che potrebbe rivelarsi fatale. Se non è presente qualcuno nelle vicinanze per un intervento immediato, si rischia di inalare acqua in maniera automatica e incontrollata. Tutto questo può portare all’annegamento nell’arco di pochi secondi. Lo shock da acqua fredda può portare anche all’iperventilazione e alla sensazione di soffocamento, che possono rendere difficile nuotare fino a mettersi in sicurezza o addirittura riuscire a stare a galla.
Tuttavia, questo non significa che dobbiamo evitare fiumi e laghi più freddi, a patto di prendere le giuste precauzioni. “Potete andare in acqua, ma lentamente, gradualmente e abituandovi ad essa e fate attenzione al tuffarvi semplicemente nell’acqua fredda”, ha aggiunto Bills. Una volta passato lo shock iniziale, la seconda fase dell’immersione in acqua fredda inizia con la perdita di mobilità di gambe e braccia. L’acqua con temperatura inferiore a +25°C è considerata fredda e più la temperatura è bassa, più velocemente inizierà ad influenzare il corpo. Anche se +25°C non suona poi così estremo, è il punto in cui il corpo non riesce più a generare abbastanza calore per restare caldo. Di conseguenza, il corpo reagisce in maniera naturale per preservare gli organi vitali, riducendo il flusso sanguigno verso gambe e braccia.
“L’immersione a breve termine provoca la perdita di prestazione quando i tessuti muscolari si raffreddano e si perde persino l’abilità di nuotare, muovere le braccia e addirittura aggrapparsi a qualcosa”, ha aggiunto Bills. Questo è uno dei motivi per i quali un giubbotto di salvataggio è fondamentale quando si trascorre del tempo in acqua o in barca. Essere immersi nell’acqua fredda alla fine porterà all’ipotermia, che può essere fatale se non trattata immediatamente e in maniera adeguata.
È importante conoscere i pericoli dell’acqua fredda prima di mettere piede in acqua o anche su una barca. Ecco allora alcuni consigli che potrebbero essere utili a salvare delle vite umane:
- Indossare sempre un giubbotto di salvataggio.
- Non andare in acqua da soli.
- Avere a disposizione un modo per chiedere aiuto.
- Conoscere le pratiche di sicurezza quando si entra in acqua.
- Non dare per scontato che la temperatura dell’acqua sia calda solo perché quella dell’aria è alta.
- Entrare nell’acqua fredda gradualmente, in modo che il corpo possa acclimatarsi alle condizioni.