“Sempre più giù il livello del Po, un metro in meno se rapportato alla media del periodo. Il Canale emiliano romagnolo (CER) ha già erogato 18 milioni di metri cubi d’acqua: tre milioni in più rispetto a marzo 2012, anno particolarmente siccitoso” una situazione che “si registra a luglio non all’inizio della primavera“, per questo “i Consorzi di Bonifica devono incentivare la costituzione di nuovi soggetti irrigui locali, seguendo la richiesta che arriva dalle aggregazioni di agricoltori, con l’obiettivo di progettare potenziamenti infrastrutturali e rafforzare il sistema idrico del Canale emiliano romagnolo“.
Queste le richieste di Carlo Carli presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena-Rimini e vice presidente del CER. Il Canale emiliano romagnolo alimenta una superficie di 336 mila ettari di cui 227 mila di superficie agraria, nel territorio compreso tra Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna.
Anche il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale si unisce all’allarme, consorzio che gestisce una derivazione al servizio di 200 mila ettari tra Reggio Emilia, Modena fino al Mantovano: il 70% della risorsa idrica deriva dal Po. L’ente ha avviato dal 2016 un progetto che punta al riutilizzo dell’acqua che proviene dal depuratore della città, opportunamente raffinata per successivo uso irriguo.
“E’ un progetto pilota, unico in Italia, che va riproposto: ha consentito un risparmio idrico di cinque milioni di metri cubi d’acqua all’anno“, spiega Marcello Bonvicini presidente Confagricoltura Reggio Emilia e vice presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale.
Dato il perdurare dell’assenza di piogge, il Consorzio di bonifica della Pianura di Ferrara ha comunicato alle associazioni agricole che inizierà l’irrigazione ordinaria il 1° aprile anziché il 21.