Pregare il cielo perché venga a piovere per evitare che succeda come nel 2017, “uno degli anni peggiori del secolo” che ha causato due miliardi di euro di danni all’agricoltura. Se la pioggia poi scendesse “a lungo e in modo costante“, sarebbe ancora meglio per gli agricoltori dell’Emilia-Romagna che da mesi stanno aspettando l’arrivo del maltempo, mentre invece la situazione è allarmante: quest’inverno è’ caduto il 40% di acqua in meno.
Solo per fare un esempio, a Boretto, in provincia di Reggio Emilia, oggi la portata del fiume è di 554 metri cubi al secondo; mentre a Ferragosto era di 679. Lancia l’allarme Coldiretti Emilia-Romagna che ha analizzato i dati Arpae: la situazione, resa difficile dal caldo e dalla siccità, ha “reso secchi i boschi, senza neve le montagne e asciutti invasi, fiumi e laghi ma sono compromesse anche le riserve nel terreno, nel momento in cui l’acqua è essenziale per le coltivazioni“, scrive Coldiretti in una nota.
In pericolo ci sono “le semine primaverili di granoturco, barbabietole, riso e pomodoro nei terreni aridi“, perché se da un lato il ‘bel tempo’ ha permesso agli agricoltori di poter preparare il terreno, dall’altra i semi non sono germogliati a causa di una scarsa umidità del terreno.