Il pensiero corre subito alla poetica e alle vicissitudini amorose ma la “sindrome del cuore spezzato” è reale anche se si tratta di una patologia molto rara, questo è quanto ci conferma una ricerca dell’ospedale universitario di Zurigo pubblicata dalla rivista scientifica European Heart Journal. La particolare sindrome che si manifesta a seguito di un evento stressante o fortemente emotivo innesca un meccanismo cerebrale che si riflette sulla funzionalità cardiaca. E’ nota anche come “sindrome del tako-tsubo“, nome che trae origine da un omonimo recipiente giapponese che somiglia alla forma assunta dal ventricolo dei pazienti colpiti dalla malattia.
Nella patologia i tratti sintomatici sono del tutto simili a quelli dell’infarto, compresi il respiro affannoso e il dolore al petto. Al di là di un evento emotivo scatenante che non sempre viene ricordato dai pazienti, la causa specifica potrebbe essere legata all’aumento degli ormoni dello stress, come l’adrenalina, governato di fatto dal cervello. I ricercatori, paragonando le TAC cerebrali di 15 pazienti affetti dalla malattie con quelli di 39 individui sani, hanno riscontrando notevoli differenze: in particolare una minore comunicazione fra le regioni cerebrali delegate al controllo le emozioni e quelle che governano le risposte corporali inconsce o automatiche, come il battito cardiaco.
Non avendo tuttavia a disposizione delle TAC degli stessi pazienti prima dell’insorgere della sindrome, non è però chiaro se tali differenze siano associabili alla causa della malattia o ne siano invece una conseguenza.