Elon Musk si prepara a un’altra delle sue imprese ambiziose: permettere alla Nasa, con l’aiuto della sua azienda spaziale SpaceX, di inviare austronauti nello spazio da suolo statunitense per la prima volta da quasi un decennio. E per la prima volta in assoluto su un dispostivo commerciale. Oggi infatti, alle 14.45 italiane, e’ avvenuto senza problemi l’ammaraggio al largo della Florida di Crew Dragon, la capsula spaziale che sei ore circa prima si era staccata dalla Stazione spaziale internazionale a cui aveva attraccato domenica scorsa; era stata lanciata con il razzo Falcon 9 di SpaceX dalla base di Cape Canaveral sabato 2 marzo, senza nessun equipaggio ma con a bordo il solo Ripley, un manichino ispirato a Ellen Ripley, la protagonista del film “Alien”.
Il ritorno sulla Terra di Crew Dragon – carica di 150 chilogrammi di attrezzature spedire a casa dagli astronauti sulla Stazione – rappresenta una pietra migliare per Musk ma anche per la Nasa, che punta a mettere fine alla sua dipendenza dalla Russia per inviare astronauti sulla Stazione stessa. Nel caso in cui la Nasa – che da tempo sta lavorando con SpaceX e Boeing allo sviluppo di una nuova capsula spaziale – decidesse che l’operazione e’ sicura, l’agenzia spaziale americana potrebbe spedire nello spazio due astronauti americani. Sarebbe il primo volo di esseri umani a partire dal suolo statunitense dal 2011, quando lo Space Shuttle e’ andato in pensione. Da allora la Nasa ha dovuto fare affidamento sull’agenzia spaziale russa, Roscosmos, per lanciare i suoi austronauti (che in questo caso partono dal Kazakhstan). Nel frattempo i fari si spostano su Boeing, battuta sul tempo da Musk. Il test della sua capsula, chiamata Starliner, e’ atteso non prima di inizio aprile. E SpaceX, dopo un altro test a giugno, a luglio potrebbe lanciare nello spazio gli astronauti statunitensi Bob Behnken e Doug Hurley. Cinque anni fa la Nasa aveva concesso a Boeing e a SpaceX contratti complessivi per 6,8 miliardi per l’invio di astronauti Usa nello spazio. Mentre lavorano con la Nasa, le due aziende gettano le basi per il turismo nello spazio.