Una nuova speranza quella che proviene dall’ospedale di Sidney: grazie alle cellule staminali e ad una biostampante 3D i ricercatori australiani sono riusciti a ricreare delle orecchie, questo il frutto dello studio partito presso l’università di Wollongong ed ora al via di sperimentazione nel grande ospedale Royal Prince Alfred di Sydney. Primo obiettivo della 3D Alek – questo il nome della biostampante – è progettare e creare orecchie umane stampate per bambini affetti da deformità, in particolare con difetti congeniti come microtia, che altrimenti richiederebbero complessi interventi chirurgici.
Nella parte iniziale della sperimentazione, l’equipe guidata dallo specialista di otorinolaringoiatria dell’ospedale, prof. Payal Mukheriee, preleverà le cellule staminali da cartilagine scartata, per usarla nello sviluppo del bioinchiostro. La parte successiva sarà quella di usare le cellule staminali del paziente stesso, sia per far crescere la cartilagine auricolare, sia per stampare un orecchio che sarà fatto su misura delle anormalità auricolari e le caratteristiche facciali del paziente.
Già partite le sperimentazioni della stampante su gli animali, con l’obiettivo di rendere la tecnologia commercialmente valida entro due o tre anni. Il direttore del Centro di eccellenza per l’elettromagnetica dell’università, prof. Gordon Wallace, parlando all’emittente nazionale Abc dichiara: “Lo sviluppo del giusto bioinchiostro, combinato con una biostampante adatta, segnera’ un importante passo avanti”. “Sarà necessario assicurare la compatibilità e anche proteggere le cellule vive durante il processo di stampa. E inoltre assicurare che le cellule siano nel giusto ambiente dopo la stampa per sviluppare il tipo di tessuto e le cellule che si desiderano”.