Un’espulsione di massa coronale (CME) ha colpito il campo magnetico terrestre ieri, 24 Marzo 2019, alle 21:51 UTC: l’impatto è stato debole e non ha innescato intense tempeste geomagnetiche come previsto. E’ possibile che alcuni effetti si possano registrare nelle prossime ore, durante il passaggio della Terra attraverso le turbolenze del CME.
Nonostante l’evento sia stato meno rilevante del previsto, è ancora aperta la possibilità di ammirare aurore: numerosi buchi coronali si sono aperti sull’atmosfera della nostra stella, sono rivolti verso la Terra ed emettono flussi di vento solare proprio in direzione del nostro pianeta. Il materiale gassoso potrebbe arrivare già domani 26 Marzo, anche se i due giorni successivi sono più probabili.
Il flusso di particelle cariche non sarà intenso come nel caso di un CME, ma potrebbe comunque fare registrare effetti: in questo periodo dell’anno si aprono delle fessure nel campo magnetico terrestre – un fenomeno noto come “effetto Russel-McPherron” – tali da consentire anche a un debole flusso solare di innescare aurore nel Circolo Polare Artico.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è una espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è un buco coronale
Un buco coronale è un’area nell’atmosfera del Sole dove il campo magnetico arretra e consente ai gas di sfuggire: si tratta di un vero e proprio “squarcio” che appare sulla superficie della nostra stella in media una o due volte al mese.