È stato pubblicato nei giorni scorsi il libro “Norme Tecniche per le Costruzioni integrate con la circolare applicativa” curato da Paolo Rugarli, Ingegnere Strutturista. Il volume riporta il testo delle Norme Tecniche per le Costruzioni con la Circolare esplicativa pertinente. Per il Prof. Giuliano F. Panza, autorevole esperto internazionale di sismologia e ingegneria sismica, docente di Sismologia all’Università di Trieste, membro dell’Accademia Nazionale Lincei, dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, dell’Accademia Europea, della Academy of Sciences for the Developing World e della Russian Academy of Sciences, direttore del gruppo di ricerca SAND presso Abdus Salam ICTP e professore onorario della China Earhquake Administration, si tratta di “un’opera veramente monumentale”, che spera possa risvegliare “le coscienze dormienti sulle chimere probabilistiche alla base della normativa attuale”.
Il libro segnala “le gravi e perduranti mancanze delle NTC (Norme Tecniche per le Costruzioni, ndr) in merito alla valutazione della pericolosità sismica, un tassello fondamentale per conseguire la sicurezza”. Nella premessa di Rugarli, dall’inequivocabile titolo “La fede è fede”, emerge come “parti di un documento tecnico” siano state trasformate “in un testo di natura religiosa” con la Circolare del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici n° 7 del 21 Gennaio 2019. Per Rugarli, quando si parla di pericolosità sismica, la circolare è “un sistema di credenze che si auto sostengono e si auto giustificano”, senza nessuna correlazione con la realtà.
Rugarli sottolinea che nonostante siano molte le “critiche sostanziali ai metodi di normativa” arrivate dagli esperti del settore, non si è giunti ad alcun cambiamento. Per l’Ingegnere “parlare seriamente di periodo di ritorno di un sisma è un atto di fede”. Nel ricevere, come primo geofisico italiano, un importante premio internazionale dall’American Geophysical Union, anche il Prof. Panza ha confermato che il periodo di ritorno dei sismi non esiste e che le parti relative alla pericolosità sismica delle NTC sono da buttare, si legge nella premessa al libro.
Secondo Rugarli, questa situazione ha portato cittadini e politici a credere “di avere leggi che li proteggano dai terremoti e che implichino costruzioni sicure”, ma “se le azioni sono fortemente sottostimate le costruzioni non possono essere sicure”. Nel libro ci si sofferma particolarmente sulle “questioni legate alla sismicità ed alla salvaguardia del patrimonio edilizio esistente dal rischio sismico”.
“In Italia prima è stato spiegato per decenni che i comuni erano non sismici, poi è stato spiegato che i sismi ritornano regolarmente, e che hanno valori di scuotimento prevedibili con tre o quattro cifre, e infine che c’è la vita nominale restante degli edifici esistenti: è chiaro che la popolazione non crede che un terremoto la colpirà mai, e crede invece che quelli colpiti siano stati particolarmente sfortunati. Ciò anche spiega perché il sisma bonus non sembra aver incontrato favore: il rischio sismico non è percepito affatto”, scrive Rugarli.
Nella premessa al libro, si fa anche riferimento ad un documento ufficiale ad opera di un gruppo di autorevoli studiosi in cui si sostiene che con il sisma bonus “i soldi pubblici vengano dissipati senza una reale priorità, né un criterio condivisibile in merito alla diversa urgenza e importanza che i diversi provvedimenti comportano. Infatti, il sisma bonus è un fai-da-te: chiunque, dotato di ingegnere al seguito, e usando le equazioni pseudo-scientifiche introdotte come naturale prolungamento delle NTC, può calcolare la perdita annua media legata alle diverse “frequenze medie del terremoto” ed ai diversi scuotimenti, e chiedere uno sgravio fiscale assai corposo”, scrive Rugarli.
“Un’agevolazione quindi indifferenziata, staccata dal contesto fisico e sociale del Paese, che non distingue le zone ad alto rischio sismico e quelle a basso rischio […] Si rischia infine di creare nell’opinione pubblica e nei futuri governi il falso convincimento che sia già stato messo in atto un efficace antidoto contro il rischio sismico, un tipo di rischio reale che, in apparente controtendenza rispetto ad altre tipologie di rischio sovradimensionate rispetto alla realtà, viene percepito nel nostro Paese largamente al di sotto del suo effettivo peso. […] Si è scelto insomma di non tener conto di priorità drammatiche, per i cittadini residenti in “zone 1 e 2”, evidenziate con gli ultimi terremoti da crolli rovinosi favoriti da recenti inidonei interventi edilizi”, si legge nel documento degli esperti dal titolo “La prevenzione sismica in Italia: una sconfitta culturale, un impegno inderogabile”.
Infine, Rugarli ribadisce il suo concetto di fede, per sottolineare ancora una volta come tali norme non rappresentino la realtà sismica italiana: “Nella parte relativa alla determinazione della pericolosità sismica e delle azioni sismiche, le NTC descrivono una pericolosa fede. Se non ci fosse di mezzo la pubblica incolumità e il denaro pubblico, non ci sarebbe nulla da dire. Ciascuno può credere in quel che vuole. Ma poiché è della vita delle persone, delle corrette informazioni ai cittadini e ai professionisti, e dei soldi pubblici che si sta parlando, risulta particolarmente odiosa la imposizione di una fede religiosa a chi vuole conservare l’esercizio della ragione, nell’interesse del proprio Paese”.