TV, RAI3: “Provincia Capitale” racconta Genova

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Capitale degli ultimi, cantati dai poeti e dai cantautori, ma anche capitale dei preti di strada e dei comici, dei carruggi e del “mugugno”, dei grifoni e dei blucerchiati, dei camalli e dei Fantozzi. Immagini, volti e voci di Genova, protagonista di “Provincia Capitale”, il programma di Rai Cultura condotto da Edoardo Camurri in onda domenica 10 marzo alle 10.20 su Rai3 e lunedì 11 marzo alle 22.10 su Rai Storia. Un racconto che comincia in poesia con i versi di “Litania” di Giorgio Caproni letti dal “poeta di strada” Luca Bertoncini e prosegue con il ricordo ancora doloroso del crollo del ponte. A spiegarne l’impatto su genovesi e non solo è il biofisico, studioso di percezione acustica e visiva, Ruggero Pierantoni che riassume la città in tre parole: ponte, tanto volante e arco. E a raccontare la città e la sua vita è anche Graziano Cetara, giornalista del Secolo XIX.
E c’è poi la Genova degli ultimi, quelli scelti per una vita da don Andrea Gallo, raccontato da Domenico “Megu” Chionetti a lungo al suo fianco, e quelli di cui fa parte Francesco Baccini, ultimo esponente della scuola dei cantautori genovesi, da De Andrè a Tenco, da Paoli a Lauzi, Bindi ed Endrigo. Ma Genova è anche la tradizione dei Camalli, aristocrazia operaia della città: Edoardo Camurri ne parla con Antonio Benvenuti, console della Compagnia, e Alessandro Maggio, erede di un’ininterrotta tradizione familiare.
Tra gli altri protagonisti della puntata, il critico cinematografico Steve Della Casa che ricorda Paolo Villaggio e il suo Fantozzi; Gabriele Rastaldo che ha fatto diventare il tipico “mugugno” dei genovesi un sito web e ne spiega etimologia e storia; e Giuseppe Marcenaro, scrittore e affabulatore di storie, come quelle che racconta il silenzio del cimitero monumentale di Staglieno.
In chiusura l’incontro con uno dei maggiori scrittori olandesi contemporanei, Ilja Leonard Pfeijffer, che vive da anni a Genova e le ha dedicato il libro “La Superba”; e con il cantautore Max Manfredi, Premio Tenco, che ricorda l’amico Faber in una via simbolo della Genova di De Andrè: via del Campo.

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