E’ sicuramente uno degli italiani più conosciuti, più noti, più geniali di sempre. Nato poco prima di quella che gli studiosi hanno definito ‘fine del Medioevo’, è il simbolo personificato del Rinascimento con il quale ci si avviò vero l’Età Moderna. Leonardo da Vinci fu artista e autore di opere ancora oggi tra le più note e amate al mondo, ma anche scienziato e inventore visionario in grado di anticipare tecnologie che utilizziamo oggi. A cinquecento anni dalla morte, avvenuta il 2 maggio 1519 e che quest’anno sarà ricordata con appuntamenti in tutta Europa, Leonardo impersona ancora oggi la creatività, l’arte e l’Italia stessa.
Le sue opere sono tra i capolavori e i pezzi più importanti dei principali musei del mondo, che attirano ogni anno milioni di visitatori. La sua arte era già riconosciuta e apprezzata dai contemporanei, ma oggi alla sua fama ha contribuito la vastità della sua ricerca in tutti i campi della moderna scienza. Leonardo scienziato dette un contributo rilevante in anatomia, ingegneria, geologia, botanica, astronomia, paleontologia, idraulica. Importante anche la sua attività di inventore, con studi dedicati alla possibilità del volo umano, con decine di progetti per armi innovative, uno scafandro da palombaro, il primo paracadute e una bicicletta , ma anche strumenti come una viola o un telaio automatici. Centinaia di pagine, annotazioni e disegni che Leonardo, ambidestro, tracciava anche con la celebre scrittura speculare, da destra verso sinistra.
Leonardo nacque il 15 aprile 1452 ad Anchiano, frazione di Vinci (Firenze), figlio illegittimo del notaio Piero (anche se su quest’ultimo punto ci sono nuovi studi contrastanti). Accolto dalla famiglia paterna a Firenze, intorno al 1470 entro’ come apprendista nella bottega di Andrea del Verrocchio, tra le più prestigiose della città. Conquistò in breve grande fama come pittore, Leonardo si avvicinò alla casata dei Medici e iniziò a diversificare i suoi studi e i suoi interessi. Nel 1482 si spostò a Milano, alla corte di Ludovico il Moro. Qui dipinse alcune delle sue opere più celebri, come la “Dama con l’ermellino” e “L’Ultima cena” nel convento milanese di Santa Maria delle Grazie. Si spostò poi a Mantova, a Venezia, sempre ricercato per il suo talento artistico, per poi tornare a Firenze.
Dal 1502 fu al servizio di Cesare Borgia come architetto e ingegnere militare; poi ancora a Firenze, dove lavorò al mai realizzato affresco “La battaglia di Anghiari” e iniziò a dipingere quello che forse è il suo capolavoro più noto, “La Gioconda”. Da lì ancora a Milano, poi Roma, dove proseguì le sue ricerche scientifiche che gli costarono l’accusa stregoneria. Lasciò così l’Italia per la Francia. Qui nel 1517 si mise al servizio di re Francesco I vi rimase fino alla morte, avvenuta il 2 maggio 1579 nei pressi di Amboise. La sua tomba si trova oggi nella cappella di Saint-Hubert presso il castello di Amboise.