L’anatomia di una bufala: dai pesci d’aprile messo a punto il sistema anti fake news

I segni di riconoscimento delle frottole messi a punto da uno studio universitario: il sistema riconoscerebbe più del 70% delle possibili bufale
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Scovare le fake news è diventata una priorità, una questione di sicurezza nazionale in qualche caso, e quale migliore occasione quella di studiare le notizie finte nel loro giorno di massima espressione il 1°Aprile.

Lo studio dei pesci d’aprile sarebbe utile a capire proprio l’anatomia delle fake news, di questo ne sono convinti i ricercatori dell’Università di Lancaster che hanno scoperto somiglianze tra gli scherzi fatti ogni primo d’aprile e le bufale. I ricercatori hanno analizzato più di 500 “pesci” pubblicati su oltre 370 siti internet che sono stati scritti in 14 anni.

Quello che hanno scoperto e che i pesci d’aprile rispetto alle notizie vere hanno differenze individuabili: sono generalmente più brevi, hanno più parole uniche e frasi più lunghe, sono più facili da leggere, fanno riferimento a eventi vaghi in futuro, hanno più riferimenti al presente, sono meno interessati agli eventi passati, contengono meno nomi propri e usano più pronomi in prima persona.

Invece per quanto riguarda le fake news rispetto alle notizie reali sono: più brevi e facili da leggere, hanno un linguaggio più semplicistico, meno segni di punteggiatura, più nomi propri, pochissime date di riferimento e più pronomi in prima persona. Inoltre, sono generalmente meno formali.

Ma gli studiosi non si sono fermati qui, infatti hanno anche creato un selettore automatico per identificare se gli articoli siano fake news, pesci d’aprile o notizie autentiche. Il sistema ha avuto una precisione del 75% nell’identificare i pesci e del 72% per le notizie false.

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