Di fronte ad un mondo in continua evoluzione tecnologica anche il panorama del ciclismo sportivo non poteva che essere rinnovato. Dalla corona ovale usata da Froome ai telai super leggeri grazie ai materiali bidimensionali, ecco un assaggio della due ruote da F1: ma non pensate di poter aver accesso agli ultimi ritrovati a breve. Un percorso già avviato, quello delle nuove bici per l’utilizzo sportivo, che porterà ad un cambiamento radicale sia per forma che materiali e modalità di funzionamento persino nei modelli più a buon mercato. L’unica certezza è che le ruote rimarranno tonde.
La bici da corsa – che sta all’automobile come la monoposto di F1 a un’utilitaria – è un vero proprio laboratorio tecnologico d’avanguardia, tra soluzioni che sono già presenti e prototipi usati in gara per essete testati al massimo. Al netto di qualche permanenza vintage (acciaio, alluminio e titanio), il 90% delle bici in circolazione è in fibra di carbonio, materiale rigido, leggero e robusto.
Ma il futuro si chiama grafene, che grazie all’inserimento “bidimensionale” negli stampi permetterà una riduzione di peso del telaio (da 750 a meno di 400 grammi), migliorando elasticità e garantendo l’idrorepellenza. Inoltre grazie alla qualità di superconduttore del grafene, permetterà la raccolta dati di marcia (come potenza, torsione e accelerazione) e li trasmetterà al computer di bordo.
In questo modo il peso della bicicletta – che al momento, in competizione, per regolamento internazionale non può scendere sotto i 6.800 grammi – si potrà avvicinare ai 5 chili mantenendo il massimo della sicurezza.
Continuando la trasmissione, che ormai grazie all’adozione del cambio elettrico è precisissima e si abbina a corone anteriori ovali di nuova concezione – come quella usata dall’inglese Chris Froome, quadruplo vincitore del Tour de France – per eliminare i punti morti inferiori e superiori e garantire più scorrevolezza. Per abbandonare la catena invece si dovrà aspettare inizio 2020: quando si pensa incomincerà la commercializzazione. La pedalata azionerà tramite un albero di trasmissione che mette in funzione una ruota dentata anteriore e un sistema di pignoni posteriori e potrà avere anche più di 20 rapporti.
La cambiata diventerà wireless, tramite un comando trasmesso via wi-fi che nel momento in cui si preme un pulsante sul manubrio diventa la “barra di controllo” della bici. I freni saranno a disco, come ormai avviene nel 40% dei team professionistici, ma la lubrificazione delle parti in movimento verrà garantita da un micro serbatoio di olio che interverrà sui pignoni quando il computer di bordo rivelerà una diminuzione della loro efficienza.
Infine sella e manubrio: per entrambi l’evoluzione passa attraverso un meccanismo elettromagnetico che risponde in maniera automatica alle sollecitazioni dell’asfalto ammortizzando ogni scossone; un meccanismo simile l’ha già testato sulla sella, in gara, il fuoriclasse siciliano Vincenzo Nibali. Ma tutto questo avanzamento tecnologico ha qualche controindicazione, infatti ci si dovrà ricordare di caricare le parti alimentate elettricamente- tramite le prese micro Usb nascoste nel telaio – al fine di evitare che la bici non freni e non si blocchino le cambiate.